Ep. 41 - Se non ritornerete come bambini... (Gesù e i piccoli, i dieci lebbrosi)
Filippo e Bartolomeo giungono insieme a Gesù a Cafarnao. Ad accoglierlo c’è un nugolo di bambini vocianti, altri vengono condotti perché i genitori volevano che imponesse su di loro le mani e pregasse. Gesù si siede per riposare un po’ e in men che non si dica è assediato da loro. Uno dei più piccoli si chiama Beniamino. Il bambino salta sulle spalle di Gesù e lo abbraccia. Iniziano a dialogare. Ma i discepoli presenti li rimproverano. Gesù però dice: “Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli”.Mentre si stavano allontanando, il Nazareno spiega ai suoi amici il significato di quelle parole. I bambini hanno un cuore semplice e puro; i bambini dipendono in tutto dai genitori, hanno bisogno del loro sguardo per sentirsi sicuri, hanno bisogno di loro per essere liberi. Così noi dipendiamo da Dio.
Gesù sa che quei giorni in Galilea sono gli ultimi. Una mattina, nei pressi di Efraim, mentre Gesù e i suoi discepoli stanno per entrare in città, vengono incontro a loro dieci lebbrosi. “Si fermano a distanza e dicono ad alta voce: ‘Gesù, maestro, abbi pietà di noi’!”. “Andate a presentarvi ai sacerdoti”. Partono immediatamente. E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, torna indietro lodando Dio a gran voce, e si prostra davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. È un Samaritano. Ma Gesù osserva: “Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?”. E gli dice: “Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!”. Una volta ancora, la testimonianza di fede era venuta non dai vicini, ma dai lontani, non da coloro che condividevano la stessa fede, ma dagli “stranieri”.