Ep. 46 - Il nardo e gli “Osanna” (ingresso a Gerusalemme)
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù va a Betania, a cena dai suoi amici Marta, Maria e Lazzaro. Maria allora prende trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparge i piedi di Gesù, poi li asciuga con i suoi capelli, e tutta la casa si riempie dell’aroma di quel profumo. Quel gesto di amore e gratitudine, quel profumo usato per ungere i piedi del Nazareno non lascia indifferente uno degli apostoli. Allora Giuda Iscariota, che stava per tradirlo, dice: “Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?”. Aveva detto questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora risponde: “Lasciala fare, perché essa lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me”.
Da Betania a Gerusalemme il percorso è breve, mentre camminano Gesù chiama due dei suoi discepoli: “Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: ‘Perché fate questo?’, rispondete: ‘Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito’”. Vanno e trovano un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegano. Lo portano a Gesù ed egli vi sale sopra. Da Betfage a Gerusalemme, in molti stendono i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi.
Gridano: “Osanna!
Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!”.
Acclamazioni spontanee, provenienti dal cuore.
Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa ci sono anche alcuni Greci. Sono tra i cosiddetti “devoti”, che pur non appartenendo alla nazione eletta d’Israele e non essendo circoncisi, osservano il riposo del sabato, pregano e fanno l’elemosina, rimanendo nell’atrio esterno del tempio. Colpiti dall’affetto della folla osannante, vogliono conoscere da vicino il Nazareno.
Agli apostoli che glielo riferiscono Gesù risponde: “È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome”. Viene allora una voce dal cielo: “L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!”.