Ep. 4 - Papale papale - "Eternità"
Benedetto XVI, Festa del Battesimo del Signore 13 gennaio 2008
Tutto ciò che ha inizio sulla terra prima o poi finisce, come l’erba del campo, che spunta al mattino e avvizzisce la sera. Però nel Battesimo il piccolo essere umano riceve una vita nuova, la vita della grazia, che lo rende capace di entrare in relazione personale con il Creatore, e questo per sempre, per tutta l’eternità. Sfortunatamente l’uomo è capace di spegnere questa nuova vita con il suo peccato, riducendosi ad una situazione che la Sacra Scrittura chiama "morte seconda". Mentre nelle altre creature, che non sono chiamate all’eternità, la morte significa soltanto la fine dell’esistenza sulla terra, in noi il peccato crea una voragine che rischia di inghiottirci per sempre, se il Padre che è nei cieli non ci tende la sua mano. Ecco, cari fratelli, il mistero del Battesimo: Dio ha voluto salvarci andando lui stesso fino in fondo all’abisso della morte, perché ogni uomo, anche chi è caduto tanto in basso da non vedere più il cielo, possa trovare la mano di Dio a cui aggrapparsi e risalire dalle tenebre a rivedere la luce per la quale egli è fatto. Tutti sentiamo, tutti percepiamo interiormente che la nostra esistenza è un desiderio di vita che invoca una pienezza, una salvezza.
Giovanni Paolo I, udienza generale 20 settembre 1978
A Friburgo, nell'85° Katholikentag è stato trattato nei giorni scorsi il tema « il futuro della speranza ». Si parlava del « mondo »da migliorare, e la parola « futuro » ci stava bene. Ma se dalla speranza per il « mondo » si passa a quella per le singole anime, allora bisogna parlare anche di « eternità ». Ad Ostia, sulla riva del mare, in un famoso colloquio, Agostino e Monica, « dimentichi del passato e volti all'avvenire, si domandavano cosa sarebbe stata mai la vita eterna »(7). Questa è speranza cristiana; questa intendeva papa Giovanni e questa intendiamo noi, quando, con il catechismo, preghiamo: « Mio Dio, spero dalla bontà vostra... la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere, che io debbo e voglio fare. Mio Dio, che io non resti confuso in eterno.
Paolo VI, rito delle Ceneri 23 febbraio 1977
Guardiamo di non sopravvalutare le cose che passano nella scena fugace della nostra vita presente; guardiamo invece di cercare in questa stessa vita presente, in questa scena fugace i valori più validi quelli che restano per l’eternità».
(...) «Che cosa dobbiamo fare - prosegue il Papa - di questo tempo che fugge, che trascina e divora le realtà cui crediamo di poter affidare il nostro cuore? È qui ancora il Vangelo che parla: Convertitevi. È la metanoia. Dobbiamo cambiare la nostra mentalità. Gesù lo ripete due volte al principio della sua predicazione: Convertitevi, convertitevi, perché viene il regno di Dio. Convertirsi vuol dire modificare la nostra mentalità, non fissarla nelle cose fugaci e false ma in valori e in beni che restano, in azioni che valgono per l’eternità. Guardiamo di convertirci e di fare di questa vita una preparazione alla celebrazione pasquale anzitutto, e poi alla Pasqua eterna, quella del nostro incontro con Dio, con Cristo, con lo Spirito in cui siamo stati battezzati e in cui speriamo di poter vivere per l’eternità».
Francesco, Angelus 14 novembre 2021
E noi, fratelli e sorelle, domandiamoci: in che cosa stiamo investendo la vita? Su cose che passano, come il denaro, il successo, l’apparenza, il benessere fisico? Di queste cose, noi non porteremo nulla. Siamo attaccati alle cose terrene, come se dovessimo vivere qui per sempre? Mentre siamo giovani, in salute, va bene tutto, ma quando arriva l’ora del congedo dobbiamo lasciare tutto. La Parola di Dio oggi ci avverte: passa la scena di questo mondo. E rimarrà soltanto l’amore. Fondare la vita sulla Parola di Dio, dunque, non è evadere dalla storia, è immergersi nelle realtà terrene per renderle salde, per trasformarle con l’amore, imprimendovi il segno dell’eternità, il segno di Dio. Ecco allora un consiglio per prendere le scelte importanti. Quando io non so cosa fare, come prendere una scelta definitiva, una scelta importante, una scelta che comporta l’amore di Gesù, cosa devo fare? Prima di decidere, immaginiamo di stare davanti a Gesù, come alla fine della vita, davanti a Lui che è amore. E pensandoci lì, al suo cospetto, alla soglia dell’eternità, prendiamo la decisione per l’oggi. Così dobbiamo decidere: sempre guardando l’eternità, guardando Gesù.