Ep. 19 - Papale papale - "Autunno"
Paolo VI, Angelus 12 settembre 1976
Un nuovo periodo di operosità ricomincia per tutti. Ciascuno fa il preventivo circa l’impiego del tempo che viene. Noi lo faremo in ordine alla nostra vita cristiana. Come sempre è difficile fare programmi riassuntivi; più difficile è poi attenersi a quelli fatti. Ma i buoni propositi non sono mai superflui.
Il primo proposito che può derivare da una pausa del lavoro ordinario, come quella che a molti di noi è stata concessa, è quello di dare senso e valore spirituale alla consueta fatica. Vi è certo chi nel periodo delle ferie estive ha cercato ristoro non solo alle forze fisiche, ma ha dato risveglio alla facile sonnolenza dello spirito, aggravato com’è di solito dagli impegni della vita esteriore. E questo risveglio dovrebbe entrare nel preventivo di tutti per il tempo che viene: tenere accesa la lampada interiore e personale della coscienza pensante, giudicante e pregante. Sì, vigilare e pregare, come ci ha detto il Signore.
Giovanni Paolo II, Angelus 25 febbraio 1979
Conservo vividamente nella memoria il mio primo incontro con la Città Eterna. Ciò avvenne nel tardo autunno del 1946, quando venni qui dopo l’ordinazione sacerdotale per continuare gli studi. Giungendo, portavo dentro di me una certa immagine di Roma ricavata dalla storia, dalla letteratura e da tutta la tradizione cristiana. Per parecchi giorni camminavo per la Città (che allora non era ancora così estesa come oggi, e contava forse un milione di abitanti), e non riuscivo a ritrovare pienamente l’immagine di quella Roma, che da tempo portavo nella mia mente. A poco a poco, la ritrovai.
Benedetto XVI, Angelus 12 dicembre 2010
“Guardate l’agricoltore – scrive san Giacomo –: egli aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge. Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina” (Gc 5,7-8). Il paragone con il contadino è molto espressivo: chi ha seminato nel campo, ha davanti a sé alcuni mesi di paziente e costante attesa, ma sa che il seme nel frattempo compie il suo ciclo, grazie alle piogge di autunno e di primavera. L’agricoltore non è un fatalista, ma è modello di una mentalità che unisce in modo equilibrato la fede e la ragione, perché, da una parte, conosce le leggi della natura e compie bene il suo lavoro, e, dall’altra, confida nella Provvidenza, perché alcune cose fondamentali non sono nelle sue mani, ma nelle mani di Dio. La pazienza e la costanza sono proprio sintesi tra l’impegno umano e l’affidamento a Dio.
Francesco, iniziativa il Treno dei bambini, 9 giugno 2018
La casa era a 400 metri, andavo sempre a piedi. Un’esperienza bella, io ricordo un 25 maggio… A maggio incomincia già l’autunno forte in Argentina, c’è già l’autunno forte. Ma quell’anno faceva molto freddo in autunno e io andavo a scuola per una cerimonia patriottica, perché il 25 maggio è la festa della nostra patria. E quando sono uscito ho visto per la prima volta il ghiaccio. In quel tempo c’era il ghiaccio, oggi con il riscaldamento il ghiaccio quasi non si vede in città, ma al mio tempo… A casa c’era un riscaldamento semplice, una sola stufa per tutta la casa, era una cosa molto semplice, e c’era il ghiaccio sulla strada per andare a scuola.