Ep. 14 - Papale papale - "Bellezza"
Giovanni Paolo II, visita alla parrocchia romana di Sant’Alberto Magno, 15 novembre 1987
La famiglia, il fidanzamento, il matrimonio: nulla di questo può basarsi altrimenti se non sulla trasparenza e sull’affidamento reciproco. Ve lo auguro e ve lo affido come un grande programma: quello di essere uomo, di essere persona, cristiano, di diventare sempre più persona sempre più cristiano; tutto ciò - lo si deve dire - è bello. E voi giovani siete sensibili in modo particolare alla bellezza, alla bellezza esterna. Ci vuole però anche una bellezza interiore che accompagni, come una verifica profonda, la bellezza esterna che è più propria a voi”.
Paolo VI, Angelus 19 agosto 1973
Maria, la «tota pulchra», punto focale di bellezza, nel quale i raggi, umili ma puri, della sfera terrena s’incontrano con quelli sovrani, ma resi accessibili, della sfera celeste: abbiamo bisogno di questa bellezza, per restaurare in noi, nelle nostre menti, ed anche fuori d’intorno a noi, nei nostri costumi, l’idea ed il gaudio, che sono propri di ciò che è veramente bello.
Gioverà ricordare come questa nozione di bellezza, isolata dalle sue radici essenziali di perfezione, d’integrità, di ordine, si applica, quasi di contrabbando, a valori diversissimi, non sempre veramente umani, come alla semplice forma estetica, ovvero alla vibrazione del piacere, ovvero all’arte separata dalla solidarietà con la vita, all’espressione sensibile offensiva al pudore, alla disonestà, alla delinquenza stessa. È questo libero corso della pseudo-bellezza, che spesso coonesta spettacoli, letteratura, costumi quanto mai deplorevoli, e complici d’una comune decadenza civile, morale e spirituale.
Noi, piccoli ma amorosi discepoli della sapienza cristiana, ricorderemo come la bellezza vera non deve separarsi dalla bontà; e avremo sempre presente, come lampada ispiratrice, la bellezza di Maria, la bellezza innocente.
Benedetto XVI incontro con gli artisti nella Cappella Sistina 21 novembre 2009
Il mondo in cui viviamo, poi, rischia di cambiare il suo volto a causa dell’opera non sempre saggia dell’uomo il quale, anziché coltivarne la bellezza, sfrutta senza coscienza le risorse del pianeta a vantaggio di pochi e non di rado ne sfregia le meraviglie naturali. Che cosa può ridare entusiasmo e fiducia, che cosa può incoraggiare l’animo umano a ritrovare il cammino, ad alzare lo sguardo sull’orizzonte, a sognare una vita degna della sua vocazione se non la bellezza?
(...) L’espressione di Dostoevskij che sto per citare è senz’altro ardita e paradossale, ma invita a riflettere: “L’umanità può vivere - egli dice - senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo.
Francesco, incontro con una associazione che riunisce vari artisti, 17 febbraio 2022
La bellezza è in grado di creare comunione, «perché unisce Dio, l’uomo e il creato in un’unica sinfonia; perché congiunge il passato, il presente e l’avvenire; perché attira nello stesso luogo e coinvolge nel medesimo sguardo genti diverse e popoli distanti»
(...) Nel difficile contesto attuale che il mondo conosce, in cui lo smarrimento e la tristezza sembrano a volte avere il sopravvento, la vostra missione si rivela più che mai necessaria, perché la bellezza è sempre una sorgente di gioia, mettendoci in contatto con la bontà divina. Se c’è della bellezza è perché Dio è buono e ce la dona. E questo ci dà gioia, ci rassicura, ci fa bene. Il contatto con «la bellezza ci tira su, sempre, la bellezza ci fa andare oltre». Suscitando e sostenendo la fede, essa «è una via per andare al Signore».