Ep. 24 - Papale papale - "Noia"
Benedetto XVI, incontro con gli amministratori della Regione Lazio, del Comune e della Provincia di Roma, 12 gennaio 2009
Si affievoliscono, specie tra le giovani generazioni, i valori naturali e cristiani che danno significato al vivere quotidiano e formano ad una visione della vita aperta alla speranza; emergono invece desideri effimeri e attese non durature, che alla fine generano noia e fallimenti. Tutto ciò ha come esito nefasto l’affermarsi di tendenze a banalizzare il valore della stessa vita per rifugiarsi nella trasgressione, nella droga e nell’alcool, diventati per taluni rito abitudinario del fine settimana. Persino l’amore rischia di ridursi ad “una semplice cosa che si può comprare e vendere” e “anzi l’uomo stesso diventa merce”. Davanti al nichilismo che pervade in maniera crescente il mondo giovanile, la Chiesa invita tutti a dedicarsi seriamente ai giovani, a non lasciarli in balìa di se stessi ed esposti alla scuola di “cattivi maestri”, ma ad impegnarli in iniziative serie, che permettano loro di comprendere il valore della vita in una stabile famiglia fondata sul matrimonio.
Francesco, udienza generale 26 giugno 2013
Tutti dobbiamo portare alla Chiesa la nostra vita, il nostro cuore, il nostro amore, il nostro pensiero, il nostro lavoro: tutti insieme.
Vorrei allora che ci domandassimo: come viviamo il nostro essere Chiesa? Siamo pietre vive o siamo, per così dire, pietre stanche, annoiate, indifferenti? Avete visto quanto è brutto vedere un cristiano stanco, annoiato, indifferente? Un cristiano così non va bene, il cristiano deve essere vivo, gioioso di essere cristiano; deve vivere questa bellezza di far parte del popolo di Dio che è la Chiesa. Ci apriamo noi all’azione dello Spirito Santo per essere parte attiva nelle nostre comunità, o ci chiudiamo in noi stessi, dicendo: ‘ho tante cose da fare, non è compito mio’?
Il Signore doni a tutti noi la sua grazia, la sua forza, affinché possiamo essere profondamente uniti a Cristo, che è la pietra angolare, il pilastro, la pietra di sostegno della nostra vita e di tutta la vita della Chiesa.
Giovanni Paolo II, Angelus 12 luglio 1998
Alla domenica il cristiano è invitato a riscoprire questo sguardo gioioso di Dio e a sentirsene come avvolto e protetto. La nostra vita, nell’era della tecnica, rischia di essere resa sempre più anonima e funzionale al processo produttivo. L'uomo diventa così incapace di godere delle bellezze del creato e, ancora più, di leggere in esse il riflesso del volto di Dio. I cristiani sostano ogni domenica non solo per un’esigenza di legittimo riposo, ma soprattutto per celebrare l’opera di Dio Creatore e Redentore. Da questa celebrazione sgorgano motivi di gioia e di speranza, che danno nuovo sapore alla vita di ogni giorno, e costituiscono un antidoto vitale alla noia.
Paolo VI, udienza generale 1974
Noi ci limitiamo all’indicazione d’un fenomeno oggi abbastanza diffuso, che dà un titolo a codesta incertezza; chiamiamolo una «crisi di identità».
Che cosa vogliamo dire? Vogliamo dire che spesso quest’analisi soggettiva sopra la propria esistenza sfocia nel vuoto, cioè in un dubbio. E il dubbio, quando non sia semplicemente metodico e ipotetico, cioè un mezzo di ricerca e di processo cogitativo, ma sia una contestazione interiore, pessimista, della propria abituale certezza, può diventare una voragine che scuote ed inghiotte il castello logico e morale della propria consueta mentalità. Il dubbio, in questo caso, invece di portare all’esplorazione della verità, porta all’oscurità spirituale, alla tristezza, alla noia, all’audacia iconoclasta contro la stessa propria personalità.