Ep. 6 - Papale papale - "Rosario"
Paolo VI, incoronazione dell’effigie della Madonna di Pompei, 23 aprile 1965
... la felice occasione di poter celebrare con figli così pii e sinceri un particolare atto di omaggio alla Vergine del Rosario, e incoraggiare e benedire quanto in sua venerazione è religiosamente e caritatevolmente compiuto nella nuova Pompei.
Ricordi e pensieri sorgono nel Nostro spirito in così singolare circostanza, ma non ne faremo menzione nel breve momento concesso alla nostra parola; solo avremo un cenno, che Ci sembra doveroso per riconoscenza e per ammirazione, alla memoria del Servo di Dio Bartolo Longo.
(...) Né possiamo dimenticare il giorno lontano, nell’aprile del 1907, quando Noi fanciullo, con i Nostri piissimi Familiari, visitammo per la prima volta il Santuario di Pompei e pregammo davanti alla sacra Immagine, che ora abbiamo il gaudio di vedere e di venerare davanti a Noi.
Giovanni Paolo II, Angelus 25 ottobre 1987
La Madonna di Pompei, venerata sotto il titolo di “Vergine del Rosario”, ci indica un mezzo privilegiato per progredire nella devozione verso di lei e per approfondire il nostro rapporto di fede e di amore verso il Figlio suo Gesù: la corona del Rosario.
La contemplazione dei misteri in cui si snoda la storia della nostra salvezza, l’invocazione a Dio Padre con le parole stesse che Gesù ci ha insegnato, il fluire ritmico delle “Ave Maria”, quasi ghirlanda di rose intrecciata intorno alla più pura, alla più bella, alla più santa di tutte le donne, la finale dossologia a glorificazione della Trinità divina, fanno del Rosario una preghiera straordinariamente ricca di contenuto, pur nella semplicità di una struttura che ne consente la recita nelle circostanze più diverse.
Benedetto XVI, visita pastorale al Santuario di Pompei, 19 ottobre 2008
Il Rosario è scuola di contemplazione e di silenzio. A prima vista, potrebbe sembrare una preghiera che accumula parole, difficilmente quindi conciliabile con il silenzio che viene giustamente raccomandato per la meditazione e la contemplazione. In realtà, questa cadenzata ripetizione dell’Ave Maria non turba il silenzio interiore, anzi, lo richiede e lo alimenta. Analogamente a quanto avviene per i Salmi quando si prega la Liturgia delle Ore, il silenzio affiora attraverso le parole e le frasi, non come un vuoto, ma come una presenza di senso ultimo che trascende le parole stesse e insieme con esse parla al cuore. Così, recitando le Ave Maria occorre fare attenzione a che le nostre voci non “coprano” quella di Dio, il quale parla sempre attraverso il silenzio, come “il sussurro di una brezza leggera” (1 Re 19,12). Quanto è importante allora curare questo silenzio pieno di Dio sia nella recita personale che in quella comunitaria!
Francesco Angelus 6 ottobre 2013
Ognuno di noi, nella propria vita di ogni giorno, può dare testimonianza a Cristo, con la forza di Dio, la forza della fede. La fede piccolissima che noi abbiamo, ma che è forte! Con questa forza dare testimonianza di Gesù Cristo, essere cristiani con la vita, con la nostra testimonianza!
E come attingiamo questa forza? La attingiamo da Dio nella preghiera. La preghiera è il respiro della fede: in un rapporto di fiducia, in un rapporto di amore, non può mancare il dialogo, e la preghiera è il dialogo dell’anima con Dio. Ottobre è anche il mese del Rosario, e in questa prima domenica è tradizione recitare la Supplica alla Madonna di Pompei, la Beata Vergine Maria del Santo Rosario. Ci uniamo spiritualmente a questo atto di fiducia nella nostra Madre, e riceviamo dalle sue mani la corona del Rosario: il Rosario è una scuola di preghiera, il Rosario è una scuola di fede!