Ep. 39 - Papale papale - "Intelligenza"
Pio XII radiomessaggio 24 dicembre 1944
Soltanto la chiara intelligenza dei fini assegnati da Dio ad ogni società umana, congiunta col sentimento profondo dei sublimi doveri dell'opera sociale, può mettere quelli, a cui è affidato il potere, in condizione di adempire i propri obblighi di ordine sia legislativo, sia giudiziario od esecutivo, con quella coscienza della propria responsabilità., con quella oggettività, con quella imparzialità, con quella lealtà, con quella generosità, con quella incorruttibilità, senza le quali un governo democratico difficilmente riuscirebbe ad ottenere il rispetto, la fiducia e l'adesione della parte migliore del popolo.
Giovanni XXIII, radiomessaggio ai fedeli di tutto il mondo ad un mese dal Concilio Ecumenico Vaticano II, 11 settembre 1962
Per la prima volta nella storia i Padri del Concilio apparterranno, in realtà, a tutti i popoli e nazioni, e ciascuno recherà contributo di intelligenza e di esperienza, a guarire e a sanare le cicatrici dei due conflitti, che hanno profondamente mutato il volto di tutti i paesi.
Le madri e i padri di famiglia detestano la guerra: la Chiesa, madre di tutti indistintamente, solleverà una volta ancora la conclamazione che sale dal fondo dei secoli e da Betlemme, e di là sul Calvario, per effondersi in supplichevole precetto di pace: pace che previene i conflitti delle armi : pace che nel cuore di ciascun uomo deve avere sue radici e sua garanzia.
Paolo VI, udienza generale 17 marzo 1976
Sì, pregare, Fratelli, ora che la Chiesa ha riformato la sua preghiera ufficiale, la liturgia, rinnovandone e riesumandone i testi migliori, aprendone l’intelligenza con l’uso nel culto divino delle lingue parlate, e favorendo la partecipazione dei fedeli (che vogliano essere veramente tali), con tanta premura e con tanta dignità. È venuta l’ora, per il Popolo di Dio, di dare prova d’intelligenza e d’obbedienza. Dobbiamo fare coro. Né ostinate e irriverenti nostalgie alle forme di culto, pur degne dei tempi passati, né arbitrarie e non meno irriverenti così dette « creatività » nell’azione sacra e sancita della Chiesa potranno giovare sia all’autentica spiritualità delle nuove generazioni, sia alla sua fondamentale unità di spirito e di azione, voluta da Cristo, specialmente nell’atto di culto (Cfr. Matth. 18, 20), per la sua Chiesa, e oggi tanto più necessaria quanto meno è contenuto, nonostante l’ecumenismo, l’istinto centrifugo, di cui soffrono certe zone della vita religiosa.
Giovanni Paolo II, udienza generale 24 aprile 1991
Lo Spirito Santo insegna al cristiano la verità come principio di vita. Mostra l’applicazione concreta delle parole di Gesù nella vita di ognuno. Fa scoprire l’attualità del Vangelo e il suo valore per tutte le situazioni umane. Adatta l’intelligenza della verità ad ogni circostanza, affinché questa verità non rimanga soltanto astratta e speculativa, e liberi il cristiano dai pericoli della doppiezza e dell’ipocrisia. Lo Spirito Santo illumina ciascuno personalmente, per guidarlo nel suo comportamento, indicandogli la via da seguire, aprendogli almeno qualche spiraglio sul progetto del Padre circa la sua vita. È la grande grazia di luce che San Paolo chiedeva per i Colossesi: “l’intelligenza spirituale”, capace di far loro capire la volontà divina. Li assicurava infatti: “Non cessiamo di pregare per voi e di chiedere che abbiate una piena conoscenza della sua (di Dio) volontà con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona . . .” (Col 1, 9-10).