Ep. 31 - Papale papale - "Patria"
Questa gente – brava gente – è morta in guerra, è morta perché è stata chiamata a difendere la patria, a difendere valori, a difendere ideali e, tante altre volte, a difendere situazioni politiche tristi e lamentabili. E sono le vittime, le vittime della guerra, che mangia i figli della patria. E penso ad Anzio, a Redipuglia; penso al Piave nel ’14 – tanti sono rimasti lì –; penso alla spiaggia di Normandia: quarantamila, in quello sbarco! Ma non importa, cadevano…
Mi sono fermato davanti a una tomba, lì: “Inconnu. Mort pour la France. 1944”. Neppure il nome. Nel cuore di Dio c’è il nome di tutti noi, ma questa è la tragedia della guerra. Sono sicuro che tutti questi che sono andati in buona volontà, chiamati dalla patria per difenderla, sono con il Signore. Ma noi, che stiamo in cammino, lottiamo sufficientemente perché non ci siano le guerre? Perché non ci siano le economie dei Paesi fortificate dall’industria delle armi? Oggi la predica dovrebbe essere guardare le tombe: “Morto per la Francia”; alcune hanno il nome, poche altre no. Ma queste tombe sono un messaggio di pace: “Fermatevi, fratelli e sorelle, fermatevi! Fermatevi, fabbricatori di armi, fermatevi!”.
Giovanni Paolo II, discorso ai lavoratori e ai rifugiati stranieri in Svizzera 16 giugno 1984
Tutti noi siamo in cammino verso una patria definitiva. La nostra vita è alla ricerca e in attesa di questo termine, dove troveremo riposo e sicurezza. Ogni giorno percorriamo questo cammino con altri uomini che condividono la stessa strada e formano con noi una sola comunione.
Voi ben sapete che la partenza per una nuova terra significa separazione e afflizione: ma essa è anche occasione di incontrare e conoscere nuovi uomini, di marciare con loro verso lo stesso scopo. La comunione, nella quale viviamo, ci forma e ci aiuta a camminare verso la meta.
Anche nella Chiesa siamo in cammino, non da soli, ma nella comunione con tutto il popolo di Dio e con un preciso compito: rompere i nostri schemi egoistici per aderire agli altri uomini. Partenza e ricerca di una patria appartengono essenzialmente alla nostra esistenza di cristiani e di uomini, ben sapendo che la patria terrena è transitoria; solo ciò che viene dopo è intramontabile.
Benedetto XVI, visita al Sacrario delle Fosse Ardeatine, 27 marzo 2011
“Credo in Dio e nell’Italia / credo nella risurrezione / dei martiri e degli eroi / credo nella rinascita / della patria e nella / libertà del popolo”. Queste parole sono state incise sulla parete di una cella di tortura, in Via Tasso, a Roma, durante l’occupazione nazista. Sono il testamento di una persona ignota, che in quella cella fu imprigionata, e dimostrano che lo spirito umano rimane libero anche nelle condizioni più dure. “Credo in Dio e nell’Italia”: questa espressione mi ha colpito soprattutto perché afferma il primato della fede, dalla quale attingere la fiducia e la speranza per l’Italia e per il suo futuro. Ciò che qui è avvenuto il 24 marzo 1944 è offesa gravissima a Dio, perché è la violenza deliberata dell’uomo sull’uomo. E’ l’effetto più esecrabile della guerra, di ogni guerra, mentre Dio è vita, pace, comunione...
“Credo in Dio e nell’Italia”. In quel testamento inciso in un luogo di violenza e di morte, il legame tra la fede e l’amore della patria appare in tutta la sua purezza, senza alcuna retorica.
Paolo VI, discorso ai militari della regione territoriale di Roma 16 novembre 1974
Mantenete sempre viva nei vostri cuori la fede cristiana, di cui oggi date una conferma così consolante. Essa va seguita con piena generosità e coerenza, perché in essa soltanto troverete la risposta ai vostri problemi, il fondamento sicuro della vostra esistenza, la garanzia della vera felicità presente e futura. Se la fede non sarà una vernice puramente esteriore o un’apparenza imposta dalle convenienze, ma un dovere, uno stile di vita che si manifesta in tutte le circostanze concrete, essa vi aiuterà ad essere sempre cittadini onesti, integri, esemplari. Siate cristiani fervorosi, autentici e convinti: e la Chiesa e la Patria avranno di che rallegrarsi con voi.