Ep. 45 - Papale papale -"Radici"
Benedetto XVI, discorso in occasione del concerto per le giornate di cultura e spiritualità russa, 20 maggio 2010
Come ho più volte affermato, la cultura contemporanea, e particolarmente quella europea, corre il rischio dell’amnesia, della dimenticanza e dunque dell’abbandono dello straordinario patrimonio suscitato e ispirato dalla fede cristiana, che costituisce l’ossatura essenziale della cultura europea, e non solo di essa. Le radici cristiane dell’Europa sono costituite infatti, oltre che dalla vita religiosa e dalla testimonianza di tante generazioni di credenti, anche dall’inestimabile patrimonio culturale e artistico, vanto e risorsa preziosa dei popoli e dei Paesi in cui la fede cristiana, nelle sue diverse espressioni, ha dialogato con le culture e le arti, le ha animate e ispirate, favorendo e promuovendo come non mai la creatività e il genio umano. Anche oggi tali radici sono vive e feconde, in Oriente e in Occidente, e possono, anzi devono ispirare un nuovo umanesimo, una nuova stagione di autentico progresso umano, per rispondere efficacemente alle numerose e talvolta cruciali sfide (...). Torniamo a far respirare l’Europa a pieni polmoni, a ridare anima non solo ai credenti, ma a tutti i popoli del Continente, a promuovere la fiducia e la speranza, radicandole nella millenaria esperienza di fede cristiana!
Francesco, discorso ai partecipanti ad un convegno promosso dalla fondazione Migrantes, 11 novembre 2021
Come non pensare ai nostri nonni emigrati e alla loro capacità di essere generativi anche sul piano della vita cristiana? È un’eredità da custodire e curare, trovando le vie che permettano di rivitalizzare l’annuncio e la testimonianza di fede. E questo dipende molto dal dialogo tra le generazioni: specialmente tra i nonni e i nipoti. Questo è molto importante, lo sottolineo: nonni e nipoti. Infatti, i giovani italiani che oggi si muovono in Europa sono molto diversi, sul piano della fede, dai loro nonni, eppure in genere sono molto legati ad essi. Ed è decisivo che rimangano attaccati alle radici: proprio nel momento in cui si trovano a vivere in altri contesti europei, è preziosa la linfa che attingono dalle radici, dai nonni, una linfa di valori umani e spirituali.
Parlano queste mura. È la pace che le ha fatte risorgere. Come ancora ci sembra incredibile che la guerra abbia avuto contro questa Abbazia, incomparabile monumento di religione, di cultura, di arte, di civiltà, uno dei gesti più fieri e più ciechi del suo furore, così non ci pare vero di vedere oggi risorto il maestoso edificio, quasi esso volesse illuderci che nulla è accaduto, che la sua distruzione fu un sogno e che possiamo dimenticare la tragedia che ne aveva fatto un ammasso di rovine. Fratelli, lasciateCi piangere di commozione e di gratitudine.
(...) Voi Benedettini lo sapete dalla vostra storia specialmente; e il mondo lo sa, quando voglia ricordarsi di ciò che a voi deve, di ciò che da voi tuttora può avere. Il fatto è così grande ed importante che tocca l’esistenza e la consistenza di questa nostra vecchia e sempre vitale società ma oggi tanto bisognosa di attingere linfa nuova alle radici, donde trasse il suo vigore ed il suo splendore, le radici cristiane.
Giovanni Paolo II, discorso sulle comuni radici cristiane delle nazioni europee, 6 novembre 1981
Mi piace concludere ricordando l’ultimo gesto e le ultime parole di un grande slavo, legato da un profondo amore all’Europa, Fiodor Michailovic Dostojevskij, che morì cento anni fa, la sera del 28 gennaio 1881 a Pietroburgo. Grande innamorato di Cristo, egli aveva scritto: “...la sola scienza non completerà mai ogni ideale umano e la pace per l’uomo; la fonte della vita e della salvezza dalla disperazione per tutti gli uomini, la condizione sine qua non e la garanzia per l’intero universo si racchiudono nelle parole: Il Verbo si è fatto carne e la fede in queste parole (F. Dostojevskij, I Demoni, Sansoni, Firenze, 1958). Prima di morire si fece ancora portare e leggere il Vangelo che l’aveva accompagnato nei dolorosi anni della prigionia in Siberia e lo consegnò ai figli. L’Europa ha bisogno di Cristo e del Vangelo, perché qui stanno le radici.