Ep. 57 - Papale papale -"Attesa"
Paolo VI, Angelus 4 dicembre 1966
Si avvicina il Natale: vi pensate? Sì certamente, perché il Natale è tale ricorrenza che interessa tutti, gioiosamente e preventivamente.
Ma come vi pensate?
Noi vogliamo ricordarvi che l’«operazione-Natale» non esige solo preparativi profani; ma chiede soprattutto preparativi spirituali, di fede e di carità.
Siamo in Avvento: bisogna preparare le vie al Signore, con la preghiera, con la penitenza, con la ricerca di Cristo.
Giovanni XXIII, discorso al sacro Collegio e alla prelatura romana 24 dicembre 1960
Sull'aprirsi di ogni singola giornata, la Nostra preghiera vuole unire l'immensa famiglia dei credenti: e quasi precorrere la luce del giorno per venire a ciascuno di essi — in particolare ai Nostri Fratelli nell'Episcopato, ai sacerdoti e religiosi, ai missionari, a chi ha più gravi responsabilità nella vita familiare e sociale ...
Veritas de terra orta est et iustitia de caelo prospexit. Questo il Nostro desiderio, questo il Nostro voto, che ben si intona al Mistero che ci accingiamo a celebrare, nell'attesa dell'imminente gaudio natalizio: Oras egrediemini et Dominus erit vobiscum.
Giovanni Paolo II Messa per gli universitari di Roma 15 dicembre 1998
Man mano che si avvicina la "pienezza del tempo" (Gal 4,4), l'attesa si va compiendo e se ne comprendono sempre più il senso ed il valore. Con Giovanni Battista, essa diventa una domanda, quella che i discepoli del Precursore rivolgono a Cristo: "Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro" (Lc 7,19)? Questa stessa domanda gli verrà posta molte volte; sappiamo che la risposta diventerà la causa della sua morte. In questo modo mirabile si compirà la promessa fatta all'umanità dopo il peccato originale.
Benedetto XVI udienza generale 19 dicembre 2007
Il Bambino, che circa duemila anni or sono i pastori adorarono in una grotta nella notte di Betlemme, non si stanca di visitarci nella vita quotidiana, mentre come pellegrini siamo incamminati verso il Regno. Nella sua attesa il credente si fa allora interprete delle speranze dell'intera umanità; l’umanità anela alla giustizia e così, benché spesso in modo inconsapevole, aspetta Dio, aspetta la salvezza che solo Dio può donarci. Per noi cristiani questa attesa è segnata dalla preghiera assidua, come ben appare nella serie particolarmente suggestiva di invocazioni che ci vengono proposte, in questi giorni della Novena di Natale, sia nella Messa, nel canto al Vangelo, sia nella celebrazione dei Vespri, prima del cantico del Magnificat.
Francesco, Messa nella Solennità del Natale del Signore 24 dicembre 2018
La nostra vita può essere un’attesa, che anche nelle notti dei problemi si affida al Signore e lo desidera; allora riceverà la sua luce. Oppure una pretesa, dove contano solo le proprie forze e i propri mezzi; ma in questo caso il cuore rimane chiuso alla luce di Dio. Il Signore ama essere atteso e non lo si può attendere sul divano, dormendo. Infatti i pastori si muovono: «andarono senza indugio», dice il testo (v. 16). Non stanno fermi come chi si sente arrivato e non ha bisogno di nulla, ma vanno, lasciano il gregge incustodito, rischiano per Dio. E dopo aver visto Gesù, pur non essendo esperti nel parlare, vanno ad annunciarlo, tanto che «tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori» (v. 18).