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2023.09.28 Papaple_Papale_AVVENTO

Ep. 56 - Papale papale -"Avvento"

Paolo VI, Angelus 30 novembre 1975

Avvento. l'orizzonte della preghiera si apre su la storia, che ha il suo centro nell'inserimento di Cristo, Dio fatto uomo, nei destini dell'umanità. Bisogna perciò che noi rinnoviamo la nostra attitudine alla preghiera, intesa nel senso della tensione ad attingere Dio, che ci si rivela non solo come la fonte della sapienza e della potenza, che presiede all'ordine naturale dell'universo, ma altresì come sorgente della bontà e dell'amore di un nuovo ordine, in cui l'uomo è chiamato ad una comunione vitale e soprannaturale con Dio stesso, che, come dice la Sacra Scrittura, «è comparso sulla terra, ed ha vissuto fra gli uomini» (Bar. 3, 38). Noi potremo rivolgere a Dio preghiera nuova e con speranza nuova. Noi ci sentiamo autorizzati a presentare a Dio, tramite Cristo, nello stesso Spirito parlante in noi, le vicende della cronaca umana, riguardanti, sotto qualche aspetto, la nostra salvezza. Il Padre celeste accetta dalle nostre labbra l'invocazione per il pane, qualunque pane, di cui la nostra fame ha bisogno

Giovanni Paolo II, Angelus 1 dicembre 1985

Il Concilio ha efficacemente messo in rilievo che la Chiesa considera il ciclo annuale un vero e proprio itinerario sulle tappe del “mistero di Cristo, dall’incarnazione e natività fino all’ascensione, al giorno di pentecoste e all’attesa della beata speranza e del ritorno del Signore”.

Il messaggio dell’Avvento è tutto permeato dalla consolante constatazione: Il Signore viene. Viene ancora una volta oggi, come nella pienezza dei tempi iniziata duemila anni fa... La liturgia dell’Avvento fa pertanto rivivere nella sua globalità il mistero della venuta del Signore: la lunga attesa dei secoli; l’ineffabile momento del suo ingresso nella genealogia umana mediante il mistero materno della Vergine; la venuta finale, quando il tempo lascerà il posto all’eternità. Così si rinnova il senso gioioso dell’attesa. Diventa più impellente il bisogno della conversione. Ringiovanisce la speranza.

Benedetto XVI, Angelus 28 novembre 2010

La Chiesa inizia un nuovo Anno liturgico. un nuovo cammino di fede che, da una parte, fa memoria dell’evento di Gesù Cristo e, dall’altra, si apre al suo compimento finale. E proprio di questa duplice prospettiva vive il Tempo di Avvento...

(...) L’attesa, l’attendere è una dimensione che attraversa tutta la nostra esistenza personale, familiare e sociale. L’attesa è presente in mille situazioni, da quelle più piccole e banali fino alle più importanti, che ci coinvolgono totalmente e nel profondo. Pensiamo, tra queste, all’attesa di un figlio da parte di due sposi; a quella di un parente o di un amico che viene a visitarci da lontano; pensiamo, per un giovane, all’attesa dell’esito di un esame decisivo, o di un colloquio di lavoro; nelle relazioni affettive, all’attesa dell’incontro con la persona amata, della risposta ad una lettera, o dell’accoglimento di un perdono… Si potrebbe dire che l’uomo è vivo finché attende, finché nel suo cuore è viva la speranza. 

Francesco Angelus 3 dicembre 2017

L’Avvento è il tempo che ci è dato per accogliere il Signore che ci viene incontro, anche per verificare il nostro desiderio di Dio, per guardare avanti e prepararci al ritorno di Cristo. (...) Gesù esorta a fare attenzione e a vegliare per essere pronti ad accoglierlo nel momento del ritorno.

(...) La persona che fa attenzione è quella che, nel rumore del mondo, non si lascia travolgere dalla distrazione o dalla superficialità, ma vive in maniera piena e consapevole, con una preoccupazione rivolta anzitutto agli altri. (...) La persona vigilante è quella che accoglie l’invito a vegliare, cioè a non lasciarsi sopraffare dal sonno dello scoraggiamento, della mancanza di speranza, della delusione; e nello stesso tempo respinge la sollecitazione delle tante vanità di cui trabocca il mondo e dietro alle quali, a volte, si sacrificano tempo e serenità personale e familiare.

11 dicembre 2023