Ep. 75 - Papale papale -"Stella"
Pio XII, radiomessaggio 24 dicembre 1941
Da questa Roma, centro, rocca e maestra del Cristianesimo, città più per Cristo che per i Cesari eterna nel tempo, Noi, mossi dal desiderio ardente e vivissimo del bene dei singoli popoli e dell'intera umanità, a tutti rivolgiamo la Nostra voce, pregando e scongiurando che non tardi il giorno che in tutti i luoghi, dove oggi l'ostilità contro Dio e Cristo trascina gli uomini alla rovina temporale ed eterna, prevalgano maggiori conoscenze religiose e nuovi propositi; il giorno, in cui sulla culla del nuovo ordinamento dei popoli risplenda la stella di Betlemme, annunziatrice di un nuovo spirito che muova a cantare con gli angeli: Gloria in excelsis Deo, e a proclamare, come dono alfine largito dal cielo, a tutte le genti: Pax hominibus bonae voluntatis.
Giovanni Paolo II, Angelus 6 gennaio 1988
Maria è la “stella del mattino” che precede l’aurora ed il “sole di giustizia”, Cristo nostro Signore. (...) Maria è, secondo l’invocazione di un antico inno liturgico, la “stella del mare”. La sua fede è come luce che ci guida tra i marosi e le tempeste di questo mondo, e che illumina le tenebre della nostra ignoranza, dissipando l’errore, e guidandoci alla verità, che è Cristo. Maria è come la stella di Betlemme, che mostra dove si trova il Figlio di Dio, venuto tra noi, per liberare l’uomo dalla morte e dal peccato e renderlo Figlio di Dio, “Dio per partecipazione”.Maria, come la stella di Betlemme, conduce tutti a Cristo sia i lontani che i vicini, sia chi appartiene ad Israele sia chi non vi appartiene, sia chi già crede, perché creda di più, sia chi non crede ancora, perché arrivi finalmente alla fede.
Benedetto XVI, Messa nella solennità dell’Epifania del Signore 6 gennaio 2011
E veniamo così alla stella. Che tipo di stella era quella che i Magi hanno visto e seguito? Lungo i secoli questa domanda è stata oggetto di discussione tra gli astronomi. Keplero, ad esempio, riteneva che si trattasse di una “nova” o una “supernova”, cioè di una di quelle stelle che normalmente emanano una luce debole, ma che possono avere improvvisamente una violenta esplosione interna che produce una luce eccezionale. Certo, cose interessanti, ma che non ci guidano a ciò che è essenziale per capire quella stella. Dobbiamo riandare al fatto che quegli uomini cercavano le tracce di Dio; cercavano di leggere la sua “firma” nella creazione; sapevano che “i cieli narrano la gloria di Dio” (Sal 19,2); erano certi, cioè che Dio può essere intravisto nel creato. Ma, da uomini saggi, sapevano pure che non è con un telescopio qualsiasi, ma con gli occhi profondi della ragione alla ricerca del senso ultimo della realtà e con il desiderio di Dio mosso dalla fede, che è possibile incontrarlo, anzi si rende possibile che Dio si avvicini a noi.
Francesco, Messa nella solennità dell’Epifania del Signore 6 gennaio 2018
Vedere la stella. È il punto di partenza. Ma perché, potremmo chiederci, solo i Magi hanno visto la stella? Forse perché in pochi avevano alzato lo sguardo al cielo. Spesso, infatti, nella vita ci si accontenta di guardare per terra: bastano la salute, qualche soldo e un po’ di divertimento. E mi domando: noi, sappiamo ancora alzare lo sguardo al cielo? Sappiamo sognare, desiderare Dio, attendere la sua novità, o ci lasciamo trasportare dalla vita come un ramo secco dal vento? I Magi non si sono accontentati di vivacchiare, di galleggiare. Hanno intuito che, per vivere davvero, serve una meta alta e perciò bisogna tenere alto lo sguardo.
Ma, potremmo chiederci ancora, perché, tra quanti alzavano lo sguardo al cielo, tanti altri non hanno seguito quella stella, «la sua stella» (Mt 2,2)? Forse perché non era una stella appariscente, che splendeva più di altre. Era una stella – dice il Vangelo – che i Magi videro appena «spuntare».