Ep. 87 - Papale papale -"Umiltà"
Francesco, udienza generale 22 dicembre 2021
Cari fratelli e care sorelle, solo l’umiltà è la via che ci conduce a Dio e, allo stesso tempo, proprio perché ci conduce a Lui, ci porta anche all’essenziale della vita, al suo significato più vero, al motivo più affidabile per cui la vita vale la pena di essere vissuta.
Solo l’umiltà ci spalanca all’esperienza della verità, della gioia autentica, della conoscenza che conta. Senza umiltà siamo “tagliati fuori”, siamo tagliati fuori dalla comprensione di Dio, dalla comprensione di noi stessi. Occorre essere umile per capire noi stessi, tanto più per capire Dio.
Giovanni Paolo I udienza generale 6 settembre 1978
Io sono stato molto vicino, come vescovo, anche a quelli che non credono in Dio. Mi son fatto l'idea che essi combattono, spesso, non Dio, ma l'idea sbagliata che essi hanno di Dio. Quanta misericordia bisogna avere! E anche quelli che sbagliano... Bisogna veramente essere a posto con noi stessi. Mi limito a raccomandare una virtù, tanto cara al Signore: ha detto: imparate da me che sono mite e umile di cuore. Io rischio di dire uno sproposito, ma lo dico: il Signore tanto ama l'umiltà che, a volte, permette dei peccati gravi. Perché? perché quelli che li hanno commessi, questi peccati, dopo, pentiti, restino umili. Non vien voglia di credersi dei mezzi santi, dei mezzi angeli, quando si sa di aver commesso delle mancanze gravi. Il Signore ha tanto raccomandato: siate umili.
Paolo VI, Angelus 15 dicembre 1968
Si avvicina il Natale e noi fin d’ora ve lo auguriamo buono, sereno, raccolto nei buoni pensieri e nella riflessione dell’umiltà e della povertà, con cui il Signore, Maestro fin dal primo giorno, ha voluto fare il suo ingresso nel mondo.
I valori, propri di questo mondo, orgoglio, ricchezza, piacere . . . non sono per Lui. Egli ce ne insegna subito il distacco e ce ne ricorda il pericolo.
Dobbiamo riflettere su questi primi e fondamentali insegnamenti del Signore, per non lasciarci travolgere dall’illusione che quei beni, terreni ed effimeri, abbiano il segreto della felicità, e meritino i sommi posti nelle nostre aspirazioni.
Giovanni Paolo II, Angelus 26 dicembre 1984
Il Verbo divino si è fatto uomo come noi, per assicurarci che nella storia umana e nella nostra personale esistenza egli è sempre presente col suo amore, con la sua salvezza, con la sua Provvidenza. Il Natale esige fede, perché Natale è mistero. La nostra ragione non riesce a comprendere come Dio abbia potuto amarci fino a questo punto. Il segno di riconoscimento per i pastori fu la mangiatoia della capanna, dove era stato deposto da Maria santissima il bambino Gesù: era cioè il segno dell’estrema povertà e della suprema umiliazione. Questo avvenimento così sconcertante insegna che per accogliere il messaggio di Cristo, il divin Redentore, è necessaria l’umiltà della ragione. Solo l’umiltà, che diventa confidenza e adorazione, può comprendere e accogliere l’umiliazione salvifica di Dio. Torniamo perciò ogni giorno a meditare sul Presepio, e preghiamo Maria e san Giuseppe che ci donino la grazia dell’umiltà adorante e della fede confidente!
Benedetto XVI Angelus 26 agosto 2007
La vera amicizia con Gesù si esprime nel modo di vivere: si esprime con la bontà del cuore, con l'umiltà, la mitezza e la misericordia, l'amore per la giustizia e la verità, l'impegno sincero ed onesto per la pace e la riconciliazione. Questa, potremmo dire, è la "carta d'identità" che ci qualifica come suoi autentici "amici"; questo è il "passaporto" che ci permetterà di entrare nella vita eterna.
Cari fratelli e sorelle, se vogliamo anche noi passare per la porta stretta, dobbiamo impegnarci ad essere piccoli, cioè umili di cuore come Gesù.