Ep. 113 - Papale papale -"Ascolto"
Giovanni Paolo II, visita pastorale a Verona, discorso ai giovani 17 aprile 1988
Se l’uomo è capace di trasmettere la parola, di esprimersi, di parlare anche con il suo corpo - il linguaggio del suo corpo -, è chiaro che l’uomo deve essere capace anche di ascoltare, di ricevere la parola, e qui siamo subito alle radici di ciò che è il Vangelo. Il Vangelo è la Parola di Dio. Dio ci parla. Come dice l’autore della lettera agli Ebrei, all’inizio ha parlato attraverso i profeti e alla fine ha parlato attraverso suo Figlio, questo Figlio che san Giovanni presenta come Verbo. Allora Dio ha parlato all’uomo attraverso il suo Verbo, la sua Parola, Verbo fatto uomo.
Benedetto XVI, celebrazione dei Vespri nella festa della Conversione di San Paolo 25 gennaio 2007
Chi si pone all’ascolto della parola di Dio può e deve poi parlare e trasmetterla agli altri, a coloro che non l’hanno mai ascoltata, o a chi l’ha dimenticata e sepolta sotto le spine delle preoccupazioni e degli inganni del mondo (cfr Mt 13,22). Dobbiamo chiederci: noi cristiani, non siamo diventati forse troppo muti? Non ci manca forse il coraggio di parlare e di testimoniare come hanno fatto coloro che erano i testimoni della guarigione del sordomuto nella Decapoli? Il nostro mondo ha bisogno di questa testimonianza; attende soprattutto la testimonianza comune dei cristiani. Perciò l’ascolto del Dio che parla implica anche l’ascolto reciproco, il dialogo tra le Chiese e le Comunità ecclesiali.
Paolo VI, udienza generale 12 luglio 1978
Questo atto di concentrazione, per chi ha la fortuna della fede, porta facilmente alla preghiera interiore, porta ad ascoltare una voce, non del tutto ignota a ciascuno di noi cristiani, ma quasi sempre repressa e offuscata: non una voce imperante, ma una voce chiamante: «vieni e seguimi» (Luc. 5. 2-7). Cioè: il pronunciarsi d’una esigenza, che può avere differenti gradazioni e ancor più differenti modi d’essere seguita, ma in ogni modo una voce che sembra tracciare nel tempo della vita nostra una via diritta e coraggiosa, quella d’un’autentica vita cristiana.
Francesco, udienza generale 27 gennaio 2016
Dio invece «non è indifferente» non distoglie mai lo sguardo dal dolore umano. Il Dio di misericordia risponde e si prende cura dei poveri, di coloro che gridano la loro disperazione. Dio ascolta e interviene per salvare, suscitando uomini capaci di sentire il gemito della sofferenza e di operare in favore degli oppressi.
È così che comincia la storia di Mosè come mediatore di liberazione per il popolo. Egli affronta il Faraone per convincerlo a lasciare partire Israele; e poi guiderà il popolo, attraverso il Mar Rosso e il deserto, verso la libertà.
Giovanni XXIII, festività dei Santi Pietro e Paolo, 29 giugno 1961
Oh! meraviglia e consolazione per noi, a tanta distanza di secoli poter ascoltare ancora l'insegnamento di Pietro.
A vostra edificazione, diletti figli, ed a vostro incoraggiamento, vogliate ascoltare alcune delle espressioni di San Pietro, che nel suono delle sue parole pone prezioso ornamento alla esultanza delle nostre anime nella festa sua :
(...) Siate sottomessi ad ogni istituzione umana per amore del Signore : sia al re in quanto sovrano, sia ai suoi ministri in quanto inviati per correggere e punire chi fa male e approvare chi fa bene. È volontà di Dio che operando il bene riduciate al silenzio l'ignoranza degli uomini insensati; da veri uomini liberi che non si servono della libertà come velo della malizia, ma sono servitori di Dio. Onorate tutti; amate i fratelli; temete Iddio; onorate il re. — (San Pietro parlava naturalmente secondo la condizione di quei tempi, ma la dottrina vale per tutti i tempi).