Ep. 95 - Papale papale -"Presentazione"
Paolo VI, Santa Messa nella festa della Presentazione del Signore, 2 febbraio 1975
Mettiamo ordine nei nostri pensieri. La scena evangelica si ricomponga davanti al nostro spirito. Gesù bambino è portato al Tempio, anzi offerto a Dio, con un atto esplicito di riconoscimento del diritto divino sulla vita dell'uomo. La vita dell'uomo, del primogenito (Cfr. Ex. 13, 12 ss.), come suo simbolo, appartiene a Dio. La gerarchia religiosa delle cause e dei valori è nella natura delle cose; la religione è una esigenza ontologica, che nessun ateismo, nessun secolarismo può annullare; negare, dimenticare, trascurare l'uomo potrà, a suo torto e a suo danno.
(...) Dalla semplice scena, quasi puramente episodica, della presentazione di Gesù bambino al Tempio, noi intravediamo per iscorcio il tragico dramma messianico che incombe su di Lui.
Benedetto XVI, celebrazione dei vespri nella Festa della Presentazione del Signore 2 febbraio 2010
Nella festa della Presentazione di Gesù al Tempio celebriamo un mistero della vita di Cristo, legato al precetto della legge mosaica che prescriveva ai genitori, quaranta giorni dopo la nascita del primogenito, di salire al Tempio di Gerusalemme per offrire il loro figlio al Signore e per la purificazione rituale della madre (cfr Es 13,1-2.11-16; Lv 12,1-8).
(...) Leggendo le cose più in profondità, comprendiamo che in quel momento è Dio stesso a presentare il suo Figlio Unigenito agli uomini, mediante le parole del vecchio Simeone e della profetessa Anna. Simeone, infatti, proclama Gesù come "salvezza" dell’umanità, come "luce" di tutti i popoli e "segno di contraddizione", perché svelerà i pensieri dei cuori (cfr Lc 2,29-35). In Oriente questa festa veniva chiamata Hypapante, festa dell’incontro: infatti, Simeone ed Anna, che incontrano Gesù nel Tempio e riconoscono in Lui il Messia tanto atteso, rappresentano l’umanità che incontra il suo Signore nella Chiesa. Successivamente questa festa si estese anche in Occidente, sviluppando soprattutto il simbolo della luce, e la processione con le candele, che diede origine al termine "Candelora". Con questo segno visibile si vuole significare che la Chiesa incontra nella fede Colui che è "la luce degli uomini" e lo accoglie con tutto lo slancio della sua fede per portare questa "luce" al mondo..
Giovanni XXIII, Festa della Presentazione di Gesù al tempio 2 febbraio 1962
L'episodio della Presentazione: Gesù infante, sostenuto dalle braccia materne di Maria, con accanto S. Giuseppe, il custode di entrambi, diffonde intorno a sé tanta tenerezza e pace, da toccare i cuori. L'odierna liturgia prende tono dagli accenti arcani del vecchio Simeone, che saluta la visione della luce, discoperta innanzi agli uomini retti e timorati di Dio, lungo la successione dei secoli.
Oh! quale spettacolo e quale intimo godimento nella contemplazione di questa luce — lumen ad revelationem gentium — di cui si esalta la storia dell'umanità tutta intera: luce di verità, luce di carità. Questa, a sua volta, come dice S. Paolo, è gaudio, pace, pazienza, benignità, bontà, longanimità, mansuetudine: tutte espressioni di umana fraternità.
Giovanni Paolo II, festa della Presentazione del Signore 2 febbraio 1997
Ecco una profonda e toccante presentazione del mistero di Cristo. Il brano della Lettera agli Ebrei ci aiuta a comprendere meglio perché questa venuta a Gerusalemme del neonato Figlio di Maria sia un evento decisivo per la storia della salvezza. Il Tempio fin dalla sua costruzione attendeva in un modo del tutto singolare Colui che era stato promesso. La sua venuta riveste, pertanto, un significato sacerdotale: “Ecce sacerdos magnus”; ecco, il vero ed eterno sommo Sacerdote entra nel Tempio.
(...) Carissimi Fratelli e Sorelle! L’odierna ricorrenza si arricchisce quest’anno di un nuovo significato. Per la prima volta, infatti, celebriamo la Giornata della Vita Consacrata.
A tutti voi, cari Religiosi e Religiose, ed a voi, cari Fratelli e Sorelle membri degli Istituti Secolari e delle Società di Vita Apostolica, è affidato il compito di proclamare con la parola e con l’esempio il primato dell’Assoluto su ogni realtà umana. È un impegno urgente in questo nostro tempo, che non di rado sembra avere smarrito il senso autentico di Dio.