Ep. 133 - Papale papale -"Cena"
Paolo VI, Messa in Coena Domini 11 aprile 1968
Pensiamo allora al misterioso avvenimento che concluse quella cena pasquale. Scrive San Paolo, il primo a sigillarlo nella storia biblica: «Il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese il pane, e rese le grazie, lo spezzò e disse: prendete e mangiate, questo è il mio Corpo, che sarà dato per voi; questo fate in memoria di me. E similmente il calice... dicendo: Questo calice è il nuovo testamento nel mio sangue. Questo fate, ogni volta che ne berrete, in memoria di me» 1 Cor. 11, 23-25). Il dono cruento che-Cristo stava per offrire all’umanità nel suo imminente sacrificio della croce è riprodotto, è moltiplicato, è perpetuato nel dono, identico ma incruento, del Sacrificio eucaristico. Impossibile capire se non si pensa all’amore, che in quella sera inventò questa straordinaria maniera di comunicarsi.
Francesco, Santa Messa in Coena Domini 13 aprile 2017
C’era Gesù a cena, con loro nell’ultima cena e, dice il Vangelo, “sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre”. Sapeva che era stato tradito e che sarebbe stato consegnato da Giuda quella stessa notte. “Avendo amato i suoi, che erano nel mondo, li amò fino alla fine”. Dio ama così: fino alla fine. E dà la vita per ognuno di noi, e si vanta di questo, e vuole questo perché Lui ha amore: “Amare fino alla fine”.
Pio XII, discorso ai bambini delle scuole elementari di Roma 2 aprile 1949
Tutti i libri e i catechismi, tutti i discorsi di sacerdoti, dall'altare, nel confessionale, attraverso la radio, non potrebbero dirvi nulla di più perfetto. Questo: amatevi l'un l'altro, come Gesù vi ha amati. Giovanni, il discepolo prediletto, aveva lavorato per lunghi anni, si era affaticato per Cristo, aveva sofferto per Lui. Ma il ricordo che aveva conservato come il più caro e il più sacro, dopo avere, durante l'ultima cena, posato il capo sul petto del Redentore (Io. 21, 20), era la memoria dell'amore di Gesù: il suo amore per noi, il nostro amore gli uni per gli altri, con la sua grazia e per il suo amore.
Benedetto XVI, Santa Messa nella Cena del Signore 21 aprile 2011
Gesù trasforma la sua Passione in preghiera, in offerta al Padre per gli uomini. Questa trasformazione della sua sofferenza in amore possiede una forza trasformatrice per i doni, nei quali ora Egli dà se stesso. Egli li dà a noi affinché noi e il mondo siamo trasformati. Lo scopo proprio e ultimo della trasformazione eucaristica è la nostra stessa trasformazione nella comunione con Cristo. L’Eucaristia ha di mira l’uomo nuovo, il mondo nuovo così come esso può nascere soltanto a partire da Dio mediante l’opera del Servo di Dio.
Da Luca e soprattutto da Giovanni sappiamo che Gesù nella sua preghiera durante l’Ultima Cena ha anche rivolto suppliche al Padre – suppliche che al tempo stesso contengono appelli ai suoi discepoli di allora e di tutti i tempi.
Giovanni Paolo II, Santa Messa nella Cena del Signore 12 aprile 1979
L’Ultima Cena è appunto testimonianza di quell’amore con cui Cristo, Agnello di Dio, ci ha amato sino alla fine.
(...) Che cosa significa: “Li amò sino alla fine?”. Significa: fino a quel compimento che doveva avverarsi il Venerdì Santo. In tale giorno si doveva manifestare quanto Dio ha amato il mondo, e come, in quell’amore, sia giunto al limite estremo della donazione, al punto cioè di “dare il suo Figlio unigenito” (Gv 6,16). In quel giorno Cristo ha dimostrato che non c’è “amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”.