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2023.11. Papale Papale LAVANDA

Ep. 134 - Papale papale -"Lavanda"

Giovanni Paolo II, Messa in Cena Domini 31 marzo 1994

“E cominciò a lavare i piedi dei discepoli . . .” (Gv 13, 5)  Questa è la sera in cui la Chiesa rivive il gesto e il significato della lavanda dei piedi, che doveva introdurre gli Apostoli, riuniti nel cenacolo, all’istituzione dell’Eucaristia.

Perché Cristo ha voluto cominciare dalla lavanda dei piedi? Lo ha fatto per presentarsi davanti a loro nella condizione di servo. Lo spiega lui stesso, quando dice: “Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri” (Gv 13, 14).

La lavanda dei piedi sta ad esprimere il servizio di un’umile carità. Durante l’Ultima Cena, Cristo desidera rivelare se stesso come colui che serve: “Io sto in mezzo a voi come colui che serve” (Lc 22, 27).

Vero discepolo di Cristo è soltanto colui che ha “parte” con il Maestro, pronto a servire come Lui.

Benedetto XVI, Santa Messa nella Cena del Signore 20 marzo 2008

Se accogliamo le parole di Gesù col cuore attento, esse si rivelano veri lavaggi, purificazioni dell’anima, dell’uomo interiore. È, questo, ciò a cui ci invita il Vangelo della lavanda dei piedi: lasciarci sempre di nuovo lavare da quest’acqua pura, lasciarci rendere capaci della comunione conviviale con Dio e con i fratelli. Ma dal fianco di Gesù, dopo il colpo di lancia del soldato, uscì non solo acqua, bensì anche sangue (Gv 19, 34; cfr1 Gv 5, 6. 8). Gesù non ha solo parlato, non ci ha lasciato solo parole. Egli dona se stesso. Ci lava con la potenza sacra del suo sangue, cioè con il suo donarsi “sino alla fine”, sino alla Croce. La sua parola è più di un semplice parlare; è carne e sangue “per la vita del mondo” (Gv 6, 51). Nei santi Sacramenti, il Signore sempre di nuovo s’inginocchia davanti ai nostri piedi e ci purifica. PreghiamoLo, affinché dal bagno sacro del suo amore veniamo sempre più profondamente penetrati e così veramente purificati!

Paolo VI, Santa Messa in Coena Domini, 11 aprile 1968

Anche a questo ha provveduto il Signore da quella sera benedetta. Per capire ciò che Egli ha detto a questo proposito, dopo la sconcertante lezione d’amore e d’umiltà data ai suoi con la lavanda dei loro piedi, dobbiamo figurarci di avere Lui, Gesù Cristo, qui fra noi, in questa sua Chiesa romana, che ne custodisce le parole, i poteri, gli esempi, la perenne promessa; e dobbiamo chiedere a noi stessi: che cosa Egli ci direbbe? quale raccomandazione ci farebbe? quale lezione collegherebbe al suo mistero pasquale, che stiamo celebrando? Tacciamo un istante, interiormente, i nostri animi, ed ascoltiamo: «Io vi do il comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri, come Io ho amato voi . . .»

Francesco, Santa Messa in Coena Domini 13 aprile 2017

Tutti sappiamo amare, ma non siamo come Dio che ama senza guardare le conseguenze, fino alla fine. E da l’esempio: per far vedere questo, Lui che era “il capo”, che era Dio, lava i piedi ai suoi discepoli. Quello di lavare i piedi era un’abitudine che si faceva, all’epoca, prima dei pranzi e delle cene, perché non c’era l’asfalto e la gente camminava nella polvere. Pertanto, uno dei gesti per ricevere una persona a casa, e anche a mangiare, era lavarle i piedi. Questo lo facevano gli schiavi, lo facevano quelli che erano schiavizzati, ma Gesù capovolge e lo fa Lui. Simone non voleva farlo, ma Gesù gli spiegò che era così, che Lui è venuto al mondo per servire, per servirci, per farsi schiavo per noi, per dare la vita per noi, per amare sino alla fine.

28 marzo 2024