Ep. 152 - Papale papale -"Creazione"
Francesco, udienza generale 20 maggio 2020
La vita, il semplice fatto che esistiamo, apre il cuore dell’uomo alla preghiera.
La prima pagina della Bibbia assomiglia ad un grande inno di ringraziamento. Il racconto della Creazione è ritmato da ritornelli, dove viene continuamente ribadita la bontà e la bellezza di ogni cosa che esiste. Dio, con la sua parola, chiama alla vita, ed ogni cosa accede all’esistenza. Con la parola, separa la luce dalle tenebre, alterna il giorno e la notte, avvicenda le stagioni, apre una tavolozza di colori con la varietà delle piante e degli animali. In questa foresta straripante che rapidamente sconfigge il caos, per ultimo appare l’uomo. E questa apparizione provoca un eccesso di esultanza che amplifica la soddisfazione e la gioia: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» (Gen 1,31). Cosa buona, ma anche bella: si vede la bellezza di tutto il Creato!
La bellezza e il mistero della Creazione generano nel cuore dell’uomo il primo moto che suscita la preghiera.
Benedetto XVI, Veglia pasquale 23 aprile 2011
Il racconto della creazione ci dice, dunque, che il mondo è un prodotto della Ragione creatrice. E con ciò esso ci dice che all’origine di tutte le cose non stava ciò che è senza ragione, senza libertà, bensì il principio di tutte le cose è la Ragione creatrice, è l’amore, è la libertà. Qui ci troviamo di fronte all’alternativa ultima che è in gioco nella disputa tra fede ed incredulità: sono l’irrazionalità, l'assenza di libertà e il caso il principio di tutto, oppure sono ragione, libertà, amore il principio dell’essere? Il primato spetta all’irrazionalità o alla ragione? È questa la domanda di cui si tratta in ultima analisi. Come credenti rispondiamo con il racconto della creazione e con San Giovanni: all’origine sta la ragione. All’origine sta la libertà.
(...) L’alleanza, la comunione tra Dio e l’uomo, è predisposta nel più profondo della creazione. Sì, l’alleanza è la ragione intrinseca della creazione come la creazione è il presupposto esteriore dell’alleanza. Dio ha fatto il mondo, perché ci sia un luogo dove Egli possa comunicare il suo amore e dal quale la risposta d’amore ritorni a Lui.
Giovanni Paolo II, udienza generale 9 luglio 1986
Tutto ciò che appartiene alla creazione rientra, secondo la rivelazione, nel mistero della divina Provvidenza. Lo afferma in modo esemplarmente conciso il Vaticano I che abbiamo già più volte citato: “Tutto ciò che ha creato, Dio lo conserva e lo dirige con la sua provvidenza «estendendosi da un confine all’altro con forza e governando con bontà ogni cosa» (cf. Sap 8, 1). «Tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi» (cf. Eb 4, 13), «anche ciò che avrà luogo per libera iniziativa delle creature»” (DS 3003). La Provvidenza abbraccia dunque anche il mondo dei puri spiriti, che ancor più pienamente degli uomini sono esseri razionali e liberi. Nella Sacra Scrittura troviamo preziose indicazioni che li riguardano. Vi è pure la rivelazione di un dramma misterioso, eppure reale, che toccò queste creature angeliche, senza che nulla sfuggisse all’eterna Sapienza, la quale con forza (“fortiter”) e al tempo stesso con bontà (“suaviter”) tutto porta a compimento nel regno del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Pio XII, radiomessaggio ai popoli del mondo 22 dicembre 1957
L'uomo, fin dal primo incontro con l'universo, fu rapito dalla incomparabile sua bellezza ed armonia. Il cielo sfavillante di luce o trapunto di stelle, gli oceani dalle tinte cangianti delle loro immense distese, le vette inaccessibili dei monti coronati di nevi, le verdi foreste frementi di vita, l'avvicendarsi ordinato delle stagioni, la multiforme varietà degli esseri, gli strapparono dal cuore un grido di ammirazione! Connaturato egli stesso alla bellezza, la intravide perfino negli elementi scatenati, quali espressioni della potenza del Creatore: « Potentior aestibus maris, potens in excelsis Deus » (Ps. 92, 4); « Tonabit Deus in voce sua mirabiliter » ( Job 37, 5). Con ragione, un popolo antico di elevata civiltà non trovò nome più atto, per indicare l'universo che κóσμος ossia, ordine, armonia, decoro.