Ep. 144 - Papale papale -"Regno"
Giovanni Paolo II, udienza generale 21 aprile 1982
Il “Regno dei cieli” significa il “Regno di Dio”, che Cristo predicava nel suo compimento finale, cioè escatologico. Cristo predicava questo regno nella sua realizzazione o instaurazione temporale, e nello stesso tempo lo preannunziava nel suo compimento escatologico. La instaurazione temporale del Regno di Dio è nel medesimo tempo la sua inaugurazione e la sua preparazione al compimento definitivo. Cristo chiama a questo regno, e in certo senso, vi invita tutti (cf. la parabola del banchetto di nozze: Mt 22, 1-14).
(...) Il “Regno dei cieli” è certamente il compimento definitivo delle aspirazioni di tutti gli uomini, ai quali Cristo rivolge il suo messaggio: è la pienezza del bene, che il cuore umano desidera oltre i limiti di tutto ciò che può essere sua porzione nella vita terrena, è la massima pienezza della gratificazione per l’uomo da parte di Dio.
Francesco, udienza generale 6 marzo 2019
Quando preghiamo il “Padre nostro”, la seconda invocazione con cui ci rivolgiamo a Dio è «venga il tuo Regno» (Mt 6,10). Dopo aver pregato perché il suo nome sia santificato, il credente esprime il desiderio che si affretti la venuta del suo Regno.
(...) A volte ci domandiamo: come mai questo Regno si realizza così lentamente? Gesù ama parlare della sua vittoria con il linguaggio delle parabole. Ad esempio, dice che il Regno di Dio è simile a un campo dove crescono insieme il buon grano e la zizzania: il peggior errore sarebbe di voler intervenire subito estirpando dal mondo quelle che ci sembrano erbe infestanti. Dio non è come noi, Dio ha pazienza. Non è con la violenza che si instaura il Regno nel mondo: il suo stile di propagazione è la mitezza (cfr Mt 13,24-30).
Il Regno di Dio è certamente una grande forza, la più grande che ci sia, ma non secondo i criteri del mondo; per questo sembra non avere mai la maggioranza assoluta. È come il lievito che si impasta nella farina: apparentemente scompare, eppure è proprio esso che fa fermentare la massa (cfr Mt 13,33).
Pio XII, radiomessaggio in occasione del Natale 24 dicembre 1955
Quanto vorremmo che gli uomini tutti, sparsi sui continenti, nelle città, nei borghi, nelle valli, nei deserti, nelle steppe, sulle distese dei ghiacci e dei mari, sull’intero globo, riascoltassero, come rivolta a ciascuno di essi in particolare, la voce dell’Angelo, annunziante il mistero della divina grandezza e dell’infinito amore, che, chiudendo un passato di tenebre e di condanna, diede principio al regno della verità e della salvezza! « Non temete, poiché io vi do una buona novella di grande allegrezza per tutto il popolo. Oggi nella città di David è nato per voi un Salvatore che è il Cristo Signore »
Giovanni XXIII, solennità di Pentecoste 10 giugno 1962
“Riceverete la virtù dello Spirito Santo sopraveniente in voi e sarete miei testimoni a Gerusalemme, in Giudea e Samaria e fino agli ultimi confini della terra”: L'ultimo incontro di Gesù Risorto coi suoi Apostoli e discepoli fu veramente un convito di grazie e di letizia. Le espressioni di San Luca: « convescens » « loquens de regno Dei », ne riassumono tutta la bellezza e l'incanto.
Oh! che parole, che parole furono queste, dirette da Gesù ai primi confidenti dei suoi pensieri e del suo cuore. E che squarcio luminoso e pieno di colore su l'avvenire della sua Chiesa: eritis mihi testes: in tono di profezia, in tono di solennità, come di una investitura per la continuazione dell'apostolato affidato ai suoi, per l'avvento del suo regno di redenzione e di salute presso tutti i popoli, e nel corso di tutti i secoli!
Di fatto il regno di Cristo Gesù, figlio di Dio, Verbo incarnato, signore dell'universo, è cominciato di là: di là la storia della Chiesa Cattolica ed Apostolica, una e santa, ha preso le sue mosse per quella testimonianza.