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2024.02.13 Papale Papale VINO

Ep. 150 - Papale papale -"Vino"

Giovanni XXIII Santa Messa nella basilica lateranense 23 novembre 1958

 Gesù è il nostro Salvatore, e noi partecipiamo misticamente al Corpo suo, la Santa Chiesa. (...) La vita cristiana è sacrificio. Nel sacrificio animato dalla carità sta il merito della conformità nostra a ciò che fu lo scopo finale della vita terrena di Gesù. (...) Il Calice sull'altare e i riti venerandi che congiungono il pane e il vino consacrati in un solo Sacramento, segnano il punto più alto, la sublimità della unione tra Dio e l'uomo, e la perfezione della professione cristiana.

Paolo VI, rito penitenziale nella parrocchia di San Giovanni Crisostomo, 16 marzo 1969

Il Signore si dà a noi sotto determinate forme, sotto le specie del pane e del vino. Certo, noi avremmo preferito di vederlo in persona. Invece egli ha voluto perpetuare il suo dono non in modo manifesto, bensì velato. Del resto, molto spesso - e l’evangelista Giovanni ne presenta una cospicua serie - il Signore, parlando di sé, usa delle avvincenti similitudini: Io sono la porta per entrare nel Regno dei Cieli . . . : Io sono il Buon Pastore, in analogia a chi guida e governa un gregge . . . : Io sono la vite e voi i tralci, per indicare efficacemente la trasfusione della linfa dal ceppo ai rami . . . ; Chi ha sete venga da me e beva, io sono la fonte.

Giovanni Paolo II, udienza generale 26 febbraio 1997

Nell'episodio delle nozze di Cana, san Giovanni presenta il primo intervento di Maria nella vita pubblica di Gesù e pone in risalto la sua cooperazione alla missione del Figlio.

(...) Rivolgendosi a Gesù con le parole: "Non hanno più vino" (Gv 2, 3), Maria gli esprime la sua preoccupazione per tale situazione, attendendone un intervento risolutore. (...) A Cana la Vergine mostra ancora una volta la sua totale disponibilità a Dio. (...) Fidando nel potere non ancora svelato di Gesù, provoca il suo "primo segno", la prodigiosa trasformazione dell'acqua in vino.

Benedetto XVI, incontro con i giovani fidanzati ad Ancona, 11 settembre 2011

Per certi aspetti, il nostro è un tempo non facile, soprattutto per voi giovani. La tavola è imbandita di tante cose prelibate, ma, come nell’episodio evangelico delle nozze di Cana, sembra che sia venuto a mancare il vino della festa. Soprattutto la difficoltà di trovare un lavoro stabile stende un velo di incertezza sull’avvenire. 

(...) Alle nozze di Cana, quando venne a mancare il vino, Maria invitò i servi a rivolgersi a Gesù e diede loro un’indicazione precisa: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” (Gv 2,5). Fate tesoro di queste parole, le ultime di Maria riportate nei Vangeli, quasi un suo testamento spirituale, e avrete sempre la gioia della festa: Gesù è il vino della festa!

Francesco, Angelus 16 gennaio 2022

Ma c’è un altro tratto distintivo del segno di Cana. In genere il vino che si dava alla fine della festa era quello meno buono; anche oggi si fa così, la gente a quel punto non distingue tanto bene se è un vino buono o è un vino un po’ annacquato. Gesù, invece, fa in modo che la festa si concluda con il vino migliore. Simbolicamente questo ci dice che Dio vuole per noi il meglio, ci vuole felici. Non si pone limiti e non ci chiede interessi. Nel segno di Gesù non c’è spazio per secondi fini, per pretese verso gli sposi. No, la gioia che Gesù lascia nel cuore è gioia piena e disinteressata. Non è una gioia annacquata!

19 aprile 2024