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2024.02.15 Papaple Papale MANI

Ep. 178 - Papale papale -"Mani"

Francesco, udienza generale 10 agosto 2016

La misericordia, sia in Gesù sia in noi, è un cammino che parte dal cuore per arrivare alle mani. Cosa significa, questo? Gesù ti guarda, ti guarisce con la sua misericordia, ti dice: “Alzati!”, e il tuo cuore è nuovo. Cosa significa compiere un cammino dal cuore alle mani? Significa che con il cuore nuovo, con il cuore guarito da Gesù posso compiere le opere di misericordia mediante le mani, cercando di aiutare, di curare tanti che hanno bisogno. La misericordia è un cammino che parte dal cuore e arriva alle mani, cioè alle opere di misericordia.

Giovanni Paolo II, Regina Caeli 21 aprile 1985

“Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate: un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho” (Lc 24, 39). Così dice Cristo risorto, stando in mezzo ai suoi apostoli nel cenacolo.

(..) Egli, dopo la risurrezione, fa vedere il proprio corpo, le mani e i piedi. Egli dimostra così dinanzi agli apostoli la propria identità (in senso fisico): “Sono proprio io” (Lc 24, 39). “Io”, il medesimo che avete conosciuto “dall’inizio”: sono proprio Gesù di Nazaret.

Giovanni XXIII, radiomessaggio ai fedeli di tutto il mondo ad un mese dal Concilio ecumenico Vaticano II 11 settembre 1962

Vera letizia per la Chiesa universale di Cristo vuol essere il nuovo Concilio Ecumenico. La sua ragion d'essere — come vien salutato, preparato ed atteso, — è la continuazione, o meglio è la ripresa più energica della risposta del mondo intero, del mondo moderno al testamento del Signore, formulato in quelle parole pronunciate con divina solennità, le mani distese verso i confini del mondo.

Giovanni Paolo I, Angelus 27 agosto 1978

Papa Giovanni ha voluto consacrarmi con le sue mani, qui nella Basilica di San Pietro, poi, benché indegnamente, a Venezia gli sono succeduto sulla Cattedra di San Marco, in quella Venezia che ancora è tutta piena di Papa Giovanni. Lo ricordano i gondolieri, le suore, tutti.

Paolo VI, Angelus 13 luglio 1969

Vengono alla mente le parole della sacra Scrittura: «Ora io contemplo i tuoi cieli, (o Signore,) opera delle Tue mani, la luna e le stelle, che Tu vi hai collocato. Che cosa è l’uomo che Tu ti ricordi di lui? . . . lo hai fatto di poco inferiore agli Angeli, lo hai coronato di gloria e di onore; e lo hai costituito sopra le opere delle Tue mani. Hai posto tutte le cose sotto i suoi piedi» (Ps. 8, 4-8; Hebr. 2, 6-8). L’uomo, questa creatura di Dio, ancora più della luna misteriosa, al centro di questa impresa, ci si rivela. Ci si rivela gigante. Ci si rivela divino, non in sé, ma nel suo principio e nel suo destino. Onore all'uomo, onore alla sua dignità, al suo spirito, alla sua vita.

Benedetto XVI, Santa Messa del Crisma 13 aprile 2006

Il Signore ci ha imposto le mani e vuole ora le nostre mani affinché, nel mondo, diventino le sue. Vuole che non siano più strumenti per prendere le cose, gli uomini, il mondo per noi, per ridurlo in nostro possesso, ma che invece trasmettano il suo tocco divino, ponendosi a servizio del suo amore. Vuole che siano strumenti del servire e quindi espressione della missione dell'intera persona che si fa garante di Lui e lo porta agli uomini. Se le mani dell'uomo rappresentano simbolicamente le sue facoltà e, generalmente, la tecnica come potere di disporre del mondo, allora le mani unte devono essere un segno della sua capacità di donare, della creatività nel plasmare il mondo con l'amore – e per questo, senz'altro, abbiamo bisogno dello Spirito Santo. 

29 maggio 2024