Ep. 159 - Papale papale -"Primavera"
Pio XII, discorso ai giovani della gioventù italiana di Azione Cattolica 19 marzo 1958
A primavera la terra si desta, ascende la linfa, si aprono le gemme, tornano le foglie sugli alberi; rivivono le siepi, si ammantano di verde i prati e i campi esultano negli alberi in fiore. I cieli si schiariscono; si fanno più lunghi i giorni, più brevi le notti; vi è più luce che tenebra.
Senza dubbio vi sono sovente nubi nel cielo, e sulla terra i rovesci del temporale; ma gli uomini ripopolano i campi e s'indugiano più facilmente per le strade: la festa della natura diviene festa di cuori, perché la primavera è tempo di rinnovamento, tempo di fiduciosa attesa, tempo di speranza.
Guardate, diletti figli: tutto nel mondo è risveglio. La vita materiale, pur in mezzo a tante tristezze e miserie, si muove sempre verso un maggiore e più diffuso benessere.
Benedetto XVI, Regina Caeli 9 maggio 2010
Maggio è un mese amato e giunge gradito per diversi aspetti. Nel nostro emisfero la primavera avanza con tante e colorate fioriture; il clima è favorevole alle passeggiate e alle escursioni. Per la Liturgia, maggio appartiene sempre al Tempo di Pasqua, il tempo dell’“alleluia”, dello svelarsi del mistero di Cristo nella luce della Risurrezione e della fede pasquale; ed è il tempo dell’attesa dello Spirito Santo, che scese con potenza sulla Chiesa nascente a Pentecoste. Ad entrambi questi contesti, quello “naturale” e quello liturgico, si intona bene la tradizione della Chiesa di dedicare il mese di maggio alla Vergine Maria. Ella, in effetti, è il fiore più bello sbocciato dalla creazione, la “rosa” apparsa nella pienezza del tempo, quando Dio, mandando il suo Figlio, ha donato al mondo una nuova primavera.
Giovanni Paolo II, visita alla parrocchia di San Giuda Taddeo, discorso ai giovani 6 aprile 1997
Grazie a tutti grazie ai giovani. Quando si pensa alla giovinezza viene in mente la primavera. La primavera è il tempo quando la natura risorge dopo, la «morte» dell'inverno. Coincide con la primavera ogni anno la solennità della Pasqua, che ci ricorda la risurrezione di Cristo. Egli con la sua risurrezione ha manifestato che la morte non ha potere assoluto e definitivo. Egli ha vinto la morte e ha manifestato la vita.
La primavera della vita umana coincide con la giovinezza. Io vedo qui anche giovani di 70 o 80 anni. Mi congratulo con voi, per questo desiderio di essere sempre giovani di voler tornare alla primavera della vita alla giovinezza.
Francesco, udienza generale 23 agosto 2017
Crediamo che i nostri giorni più belli devono ancora venire. Siamo gente più di primavera che d’autunno. A me piacerebbe domandare, adesso – ognuno risponda nel suo cuore, in silenzio, ma risponda –: “Io sono un uomo, una donna, un ragazzo, una ragazza di primavera o di autunno? La mia anima è in primavera o è in autunno?”. Ognuno si risponda. Scorgiamo i germogli di un mondo nuovo piuttosto che le foglie ingiallite sui rami. Non ci culliamo in nostalgie, rimpianti e lamenti: sappiamo che Dio ci vuole eredi di una promessa e instancabili coltivatori di sogni. Non dimenticate quella domanda: “Io sono una persona di primavera o di autunno?”. Di primavera, che aspetta il fiore, che aspetta il frutto, che aspetta il sole che è Gesù, o di autunno, che è sempre con la faccia guardando in basso, amareggiato e, come a volte ho detto, con la faccia dei peperoncini all’aceto.