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2024.02.15 Papaple Papale RIVELAZIONE

Ep. 161 - Papale papale -"Rivelazione"

Benedetto XVI, udienza generale 12 dicembre 2012

Questa Rivelazione di Dio si inserisce nel tempo e nella storia degli uomini: storia che diventa «il luogo in cui possiamo costatare l’agire di Dio a favore dell’umanità. Egli ci raggiunge in ciò che per noi è più familiare, e facile da verificare, perché costituisce il nostro contesto quotidiano, senza il quale non riusciremmo a comprenderci». L’evangelista san Marco riporta, in termini chiari e sintetici, i momenti iniziali della predicazione di Gesù: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino» (Mc 1,15). Ciò che illumina e dà senso pieno alla storia del mondo e dell’uomo inizia a brillare nella grotta di Betlemme.

(...) In Gesù di Nazaret Dio manifesta il suo volto e chiede la decisione dell’uomo di riconoscerlo e di seguirlo.  rivelarsi di Dio nella storia per entrare in rapporto di dialogo d’amore con l’uomo, dona un nuovo senso all’intero cammino umano. La storia non è un semplice succedersi di secoli, di anni, di giorni, ma è il tempo di una presenza che le dona pieno significato e la apre ad una solida speranza.

Giovanni Paolo II, udienza generale 3 aprile 1985

La fede è l’obbedienza della ragione e della volontà a Dio che rivela. Questa “obbedienza” consiste innanzitutto nell’accettare “come verità” ciò che Dio rivela: l’uomo rimane in armonia con la propria natura razionale in questo accogliere il contenuto della rivelazione. Ma mediante la fede l’uomo s’abbandona tutt’intero a questo Dio che gli rivela se stesso, e allora, mentre riceve il dono “dall’alto”, risponde a Dio con il dono della propria umanità.

(...) La rivelazione - e di conseguenza anche la fede - “supera” l’uomo, perché apre davanti a lui le prospettive soprannaturali. Ma in queste prospettive è posto il più profondo compimento delle aspirazioni e dei desideri radicati nella natura spirituale dell’uomo: la verità, il bene, l’amore, la gioia, la pace. Sant’Agostino ha dato espressione a questa realtà nella frase famosa: “Inquieto è il nostro cuore finché non riposa in te” (S. Agostino, Confessiones, I, 1).

Giovanni XXIII, omelia nella Solennità di Pentecoste 10 giugno 1962

L'uomo che scruta i penetrali della scienza e cerca il punto di contatto tra cielo e terra, sa che nessun quesito rimane insoluto dalla apostolica dottrina: che nessuna soluzione viene offerta con intendimento polemico o con presuntuosa facilità. Dall'alto la verità splende: ma attingere alla sua vetta, non importa gran fatica per alcuno, quando sia animato da volontà decisa e libero da opprimenti legami.

La Chiesa, continuando a rendere testimonianza a Gesù Cristo, non vuol togliere nulla all'uomo; non gli nega il possesso delle sue conquiste e il merito degli sforzi compiuti. Ma vuol aiutarlo a ritrovarsi, a riconoscersi; a raggiungere quella pienezza di conoscenze e di convinzioni, che è stata in ogni tempo anelito degli uomini saggi, anche al di fuori della divina rivelazione. In questo immenso spazio di attività che le si apre dinanzi, la Chiesa abbraccia con materna sollecitudine ogni uomo, e lo vuol persuadere ad accogliere il divino messaggio cristiano, che dà sicuro orientamento alla vita individuale e sociale.

Francesco, Regina Caeli 28 marzo 2016

«Cristo, mia speranza, è risorto!». Se Cristo è risuscitato, possiamo guardare con occhi e cuore nuovi ad ogni evento della nostra vita, anche a quelli più negativi. I momenti di buio, di fallimento e anche di peccato possono trasformarsi e annunciare un cammino nuovo. Quando abbiamo toccato il fondo della nostra miseria e della nostra debolezza, Cristo risorto ci dà la forza di rialzarci. Se ci affidiamo a Lui, la sua grazia ci salva! Il Signore crocifisso e risorto è la piena rivelazione della misericordia, presente e operante nella storia. Ecco il messaggio pasquale che risuona ancora oggi e che risuonerà per tutto il tempo di Pasqua fino a Pentecoste.

06 maggio 2024