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2024.02.15 Papaple Papale TESTA

Ep. 176 - Papale papale -"Testa"

Paolo VI, Santa Messa nella Solennità dell’Assunzione 15 agosto 1972

Purtroppo noi che dovremmo tenere lo sguardo rivolto alla inebriante visione del cielo, siamo proclivi a curvare la testa verso la terra in esperienze temporali che ci vorrebbero tenacemente rendere padroni della terra. Di queste esperienze temporali non siamo mai sazi, come tanti ricchi che sono sempre più affezionati ai loro averi e spesso, proprio per questo, soccombono alla irrazionale fuga dalla vita, Noi dobbiamo convincerci che tutto quello che abbiamo e che ci circonda è fuggevole, e che in un attimo inesorabile può esserci tolto.

Pio XII, radiomessaggio all’Azione Cattolica italiana 8 dicembre 1953

Ed ecco un altro aspetto - presentissimo - di Maria: la sua forza nel combattimento. Già, dopo il misero caso di Adamo, il primo annunzio su Maria, secondo la interpretazione di non pochi Santi Padri e Dottori, ci parla di inimicizie fra Lei e il serpente nemico di Dio e dell'uomo. Come è per Lei essenziale di esser fedele a Dio, così di esser vincitrice del demonio. Senza nessuna macchia Maria ha calpestato la testa del serpente tentatore e corruttore.

Francesco, udienza generale, 18 ottobre 2023

E qual è stato il “segreto” di Charles de Foucauld, della sua vita? Egli, dopo aver vissuto una gioventù lontana da Dio, senza credere in nulla se non alla ricerca disordinata del piacere, lo confida a un amico non credente, a cui, dopo essersi convertito accogliendo la grazia del perdono di Dio nella Confessione, rivela la ragione del suo vivere. Scrive: «Ho perso il mio cuore per Gesù di Nazaret». Fratel Carlo ci ricorda così che il primo passo per evangelizzare è aver Gesù dentro il cuore, è “perdere la testa” per Lui. Se ciò non avviene, difficilmente riusciamo a mostrarlo con la vita. (...) Credo che oggi sarebbe bello che ognuno di noi si domandi: Io, ho Gesù al centro del cuore? Ho perso un po’ la testa per Gesù?

Giovanni Paolo II, messaggio Urbi et Orbi Natale 25 dicembre 1984

Beati i poveri in spirito”: ecco le parole scritte nel cuore stesso del tuo Vangelo, sin da quella notte di Betlemme. Le parole che sono l’eredità più santa della Chiesa. Non cessiamo di professare la stupefacente verità, contenuta nella profondità di quelle parole. Non cessiamo di rileggere tale verità attraverso il mistero della notte di Betlemme, mediante l’intera testimonianza di colui che non aveva “dove posare il capo” (Mt8, 20), mediante la croce, sulla quale egli stesso “spogliò se stesso” per arricchire l’uomo in modo pieno e definitivo. La rileggiamo per avere in noi, con cuore puro, a testa alta, “gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù”...

Benedetto XVI, udienza generale 4 febbraio 2009

L'antica tradizione cristiana testimonia unanimemente che la morte di Paolo avvenne in conseguenza del martirio subito qui a Roma.

(...) Il suo martirio viene raccontato per la prima volta dagli Atti di Paolo, scritti verso la fine del II secolo. Essi riferiscono che Nerone lo condannò a morte per decapitazione, eseguita subito dopo (cfr 9,5). La data della morte varia già nelle fonti antiche, che la pongono tra la persecuzione scatenata da Nerone stesso dopo l’incendio di Roma nel luglio del 64 e l’ultimo anno del suo regno, cioè il 68 (cfr Gerolamo, De viris ill. 5,8). Il calcolo dipende molto dalla cronologia dell’arrivo di Paolo a Roma, una discussione nella quale non possiamo qui entrare. Tradizioni successive preciseranno due altri elementi. L’uno, il più leggendario, è che il martirio avvenne alle Aquae Salviae, sulla Via Laurentina, con un triplice rimbalzo della testa, ognuno dei quali causò l'uscita di un fiotto d'acqua, per cui il luogo fu detto fino ad oggi “Tre Fontane” (Atti di Pietro e Paolo dello Pseudo Marcello, del secolo V). 

27 maggio 2024