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2024.02.15 Papaple Papale VENTO

Ep. 171 - Papale papale -"Vento"

Francesco, Santa Messa nella solennità di Pentecoste 20 maggio 2018

Il vento impetuoso fa pensare a una forza grande, ma non fine a sé stessa: è una forza che cambia la realtà. Il vento infatti porta cambiamento: correnti calde quando fa freddo, fresche quando fa caldo, pioggia quand’è secco... così fa. Anche lo Spirito Santo, a ben altro livello, fa così: Egli è la forza divina che cambia, che cambia il mondo. La Sequenza ce l’ha ricordato: lo Spirito è «nella fatica, riposo; nel pianto, conforto»; e così lo supplichiamo: «Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina». Egli entra nelle situazioni e le trasforma; cambia i cuori e cambia le vicende.

Giovanni Paolo II, visita alla parrocchia romana di Sant’Andrea Avellino 16 febbraio 1997

Voglio ancora aggiungere un altro elemento, un altro punto. Oggi è una bella giornata, stanotte invece pioveva forte. Adesso il tempo si è schiarito, abbiamo il sole e abbiamo anche il vento. Sapete dove si è sentito questo forte vento? In quale giorno? Questo vento forte si è sentito nel giorno della Pentecoste. Sapete qualcosa della Pentecoste? Pentecoste vuol dire cinquanta giorni dopo la Risurrezione di Gesù: quel giorno è venuto lo Spirito Santo e la sua venuta si è manifestata proprio attraverso un vento forte. E questo vento ha dato forza agli apostoli per iniziare l'evangelizzazione del mondo.

Paolo VI, discorso in occasione della visita alla casa di pena Regina Caeli, 9 aprile 1964

Se mi fosse dato di parlare ad uno ad uno, che cosa direi? Direi appunto, a ciascuno di voi, che sono venuto a salutarvi e a manifestarvi la mia simpatia, il mio affetto; a portarvi la mia benedizione. Inoltre vi ringrazio; poiché le vostre persone mi dicono già la vostra cortesia, e mi parlano di un'accoglienza di cui sono molto riconoscente. E vi sono molto obbligato anche per le parole che uno di voi mi ha poc'anzi indirizzate a nome vostro: parole belle, alte, nobili e anche tanto affettuose. Siate sicuri che io le ricorderò, poiché le accolgo realmente quale espressione sincera dei vostri animi. Non resteranno vane e come lanciate al vento.

Benedetto XVI, cappella papale nella solennità di Pentecoste 31 maggio 2009

Nel mondo antico la tempesta era vista come segno della potenza divina, al cui cospetto l’uomo si sentiva soggiogato e atterrito. Ma vorrei sottolineare anche un altro aspetto: la tempesta è descritta come “vento impetuoso”, e questo fa pensare all’aria, che distingue il nostro pianeta dagli altri astri e ci permette di vivere su di esso. Quello che l’aria è per la vita biologica, lo è lo Spirito Santo per la vita spirituale; e come esiste un inquinamento atmosferico, che avvelena l’ambiente e gli esseri viventi, così esiste un inquinamento del cuore e dello spirito, che mortifica ed avvelena l’esistenza spirituale. Allo stesso modo in cui non bisogna assuefarsi ai veleni dell’aria – e per questo l’impegno ecologico rappresenta oggi una priorità –, altrettanto si dovrebbe fare per ciò che corrompe lo spirito. (...) La metafora del vento impetuoso di Pentecoste fa pensare a quanto invece sia prezioso respirare aria pulita, sia con i polmoni, quella fisica, sia con il cuore, quella spirituale, l’aria salubre dello spirito che è l’amore!

20 maggio 2024