Ep. 199- Papale papale -"Riposo"
Francesco, udienza generale 5 settembre 2018
La società odierna è assetata di divertimenti e vacanze. L’industria della distrazione è assai fiorente e la pubblicità disegna il mondo ideale come un grande parco giochi dove tutti si divertono. Il concetto di vita oggi dominante non ha il baricentro nell’attività e nell’impegno ma nell’evasione. Guadagnare per divertirsi, appagarsi. L’immagine-modello è quella di una persona di successo che può permettersi ampi e diversi spazi di piacere. Ma questa mentalità fa scivolare verso l’insoddisfazione di un’esistenza anestetizzata dal divertimento che non è riposo, ma alienazione e fuga dalla realtà. L’uomo non si è mai riposato tanto come oggi, eppure l’uomo non ha mai sperimentato tanto vuoto come oggi! Le possibilità di divertirsi, di andare fuori, le crociere, i viaggi, tante cose non ti danno la pienezza del cuore. Anzi: non ti danno il riposo.
Giovanni Paolo II, Angelus 20 luglio 1980
Il riposo significa lasciare le occupazioni quotidiane, staccarsi dalle normali fatiche del giorno. della settimana e dell’anno. Lasciare e staccarsi da tutto ciò che si potrebbe esprimere con il simbolo “Marta”. È importante che il riposo non sia un andare nel vuoto, che esso non sia soltanto un vuoto (in tale caso non sarebbe un vero riposo). È importante che il riposo sia riempito con l’incontro. Penso - sì, certamente - all’incontro con la natura, con le montagne, con il mare e con le foreste. L’uomo, a contatto sapiente con la natura, ricupera la quiete e si calma interiormente. Ma ciò non è ancora tutto quanto si possa dire del riposo.
Bisogna che esso sia riempito con un contenuto nuovo, con quel contenuto che si esprime nel simbolo “Maria”. “Maria” significa l’incontro con Cristo, l’incontro con Dio. Significa aprire la vista interiore dell’anima alla sua presenza nel mondo, aprire l’udito interiore alla parola della sua verità.
Auguro a tutti un simile riposo.
Paolo VI, Angelus 19 settembre 1971
«Ricordati di santificare la festa». Sì, cotesto costume di dare alla domenica, alla festa, il suo significato spirituale, il suo valore religioso, ha sempre una soverchiante importanza. Riposo e preghiera; anzi riposo per la preghiera, ricordiamo, nei giorni festivi: è una osservanza fondamentale per segnare il giusto ritmo della Nostra crescente febbrile ed estroflessa attività, per allineare ogni Nostra intenzione verso il suo vero fine supremo, il regno di Dio, per associarci in pace alla comunità dei fratelli, in carità e in orazione comune, per incontrarci personalmente, in fondo alla coscienza resa calma e trasparente, con Cristo e cos Dio.
Benedetto XVI, celebrazione nella solennità di San Giuseppe 19 marzo 2006
Si può, pertanto, affermare che l'insegnamento biblico sul lavoro trova il suo coronamento nel comandamento del riposo. Opportunamente nota al riguardo il Compendio della dottrina sociale della Chiesa: "All'uomo, legato alla necessità del lavoro, il riposo apre la prospettiva di una libertà più piena, quella del sabato eterno (cfr Eb 4, 9-10). Il riposo consente agli uomini di ricordare e di rivivere le opere di Dio, dalla Creazione alla Redenzione, di riconoscersi essi stessi come opera Sua (cfr Ef 2, 10), di rendere grazie della propria vita e della propria sussistenza a lui, che ne è l'autore".
Giovanni XXIII, radiomessaggio ai fedeli in occasione del Natale 21 dicembre 1961
Oh! quanto sono chiare a questo proposito le parole dei Profeti e dei Salmi, nell'inculcare a nome di Dio la bontà e l'amore! Ecco, dice Isaia, « slega i fastelli che gravano : manda liberi gli oppressi, e rompi ogni peso. Spezza il tuo pane all'affamato, e introduci in casa tua i poveri e i raminghi; se vedi un ignudo, ricoprilo, e non disprezzare la tua propria carne. ... E il Signore ti darà sempre riposo e riempirà di splendori l'anima tua ».