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2024.02.15 Papaple Papale TEMPERANZA

Ep. 191- Papale papale -"Temperanza"

Giovanni Paolo II, discorso ai giovani nella Basilica Vaticana 22 novembre 1978

Oggi voglio intrattenervi brevemente sulla quarta virtù cardinale: la temperanza, la sobrietà. San Paolo scriveva al suo discepolo Tito, da lui lasciato come Vescovo nella isola di Creta: “Esorta i giovani ad essere sobri” (Tt 2,6). Seguendo anch’io l’invito dell’Apostolo delle genti, vorrei premettere che gli atteggiamenti dell’uomo, provenienti dalle singole virtù cardinali, sono vicendevolmente interdipendenti e uniti. Non si può essere uomo veramente prudente, né autenticamente giusto, né realmente forte, se non si possiede la virtù della temperanza.

(...) L’uomo temperante è colui che è padrone di se stesso; colui nel quale le passioni non prendono il sopravvento sulla ragione, sulla volontà, e anche sul cuore.

Giovanni XXIII, beatificazione del sacerdote Luigi Maria Palazzolo, 19 marzo 1963

Prudenza, giustizia, fortezza, temperanza! Chi ha dovuto e potuto indagare, fino a esprimerne giudizi ex officio, su ogni aspetto di questa anima privilegiata, si è soffermato ad ammirare quattro note distintive del suo carattere, che si identificano con le quattro virtù cardinali.

(..) Uomo temperante fu il beato Luigi Maria, e visse lo splendore più alto di questa virtù mediante una purezza angelica, una castità eroica.

Questo l'uomo che la Chiesa propone alla imitazione del clero e del popolo: vissuto 59 anni appena; uscito raramente dai confini della diocesi sua, e soltanto per motivi di carità; rampollo di famiglia distinta, datosi con determinata preferenza alla causa dei diseredati, dei più miserabili, vero emulo di San Giuseppe Benedetto Cottolengo.

Francesco, discorso ai partecipanti al capitolo generale della Società Salesiana di San Giovanni Bosco, 31 marzo 2014

Immagino che durante il Capitolo - che aveva come tema “Testimoni della radicalità evangelica” - abbiate avuto sempre davanti a voi Don Bosco e i giovani; e Don Bosco con il suo motto: “Da mihi animas, cetera tolle”. Lui rafforzava questo programma con altri due elementi: lavoro e temperanza. Io ricordo che nel collegio era vietato fare la siesta!… Temperanza! Ai salesiani e a noi! «Il lavoro e la temperanza - diceva - faranno fiorire la Congregazione». Quando si pensa a lavorare per il bene delle anime, si supera la tentazione della mondanità spirituale, non si cercano altre cose, ma solo Dio e il suo Regno. Temperanza poi è senso della misura, accontentarsi, essere semplici. La povertà di Don Bosco e di mamma Margherita ispiri ad ogni salesiano e ad ogni vostra comunità una vita essenziale e austera, vicinanza ai poveri, trasparenza e responsabilità nella gestione dei beni.

Paolo VI, Angelus 25 febbraio 1968

Si tratta di riaffermare per ciascuno di noi «il primato dello spirituale» in un tempo di materialismo e di smarrimento religioso. Si tratta di ricuperare, con la temperanza volontaria, il dominio di sé, tanto compromesso in un tempo di esaltazione del benessere, del divertimento e del piacere. Si tratta di dare alla nostra vita un’impronta più cristiana, con la pratica voluta di opere buone, verso i fratelli bisognosi specialmente. Si tratta di ricercare Cristo stesso, la sua parola, la sua grazia, il suo incontro vitale.

 

17 giugno 2024