Ep. 223 - Papale papale -"Calcio"
Cari amici: il bello di giocare con un pallone è di poterlo fare insieme ad altri, passandoselo in mezzo a un campo, imparando a costruire azioni di gioco, affiatandosi come squadra… Il pallone diventa un mezzo per invitare le persone reali a condividere l’amicizia, a ritrovarsi in uno spazio, a guardarsi in faccia, a sfidarsi per mettere alla prova le proprie abilità.
Il calcio è un gioco di squadra, non ci si può divertire da soli! E se è vissuto così, può davvero far bene anche alla testa e al cuore in una società che esaspera il soggettivismo, cioè la centralità del proprio io, quasi come un principio assoluto. Il calcio è un gioco di squadra, e questo fa bene a tutti noi.
Tanti definiscono il calcio come “il gioco più bello del mondo”. Io penso lo stesso, [applauso] ma è un’opinione personale. Ma spesso si sente anche dire: “il calcio non è più un gioco!”. Purtroppo infatti assistiamo, anche nel calcio giovanile, in campo o a bordocampo, a fenomeni che macchiano la sua bellezza.
Giovanni Paolo II, udienza ai dirigenti dell’Uefa 8 maggio 2000
Rivolgo un cordiale benvenuto a ciascuno di voi, provenienti dai cinquant'uno Paesi aderenti all'Unione delle Federazioni Europee di Calcio e convenuti a Roma per il Grande Giubileo dell'Anno Duemila. L'odierno incontro vede rappresentata la quasi totalità delle Nazioni europee. In particolare, la presenza delle Federazioni dell'Est, che dopo la caduta del Muro di Berlino hanno aderito alla vostra Unione, testimonia ancor più la volontà di pace e di fratellanza che anima le vostre federazioni... (...) Il calcio, come ogni sport, divenga sempre più espressione del primato dell'essere sull'avere, liberandosi da tutto ciò che gli impedisce di essere proposta positiva di solidarietà e di fraternità, di mutuo rispetto e di leale confronto tra gli uomini e le donne del nostro mondo.
Paolo VI, Angelus 29 settembre 1968
Guardiamo il calendario del nostro tempo e delle nostre abitudini. Finita l’estate, finito il periodo delle vacanze, ricomincia in ogni settore l’attività regolare. Vendemmia e semina nei campi. Le scuole si riaprono (speriamo! . . .), e comincia un nuovo anno scolastico. Ogni ufficio riprende gli orari normali. Oggi ha inizio anche il nuovo campionato di calcio. La vita riassume i suoi ritmi intensi di lavoro e di svago. Tutto l’uso del tempo entra in un programma ordinato e serrato, che rende uniformi e determinate le azioni e le giornate dell’uomo moderno.
Noi benediciamo questa operosità, ma vogliamo, figli carissimi, pregarvi di ricordare anche il tempo dovuto allo spirito, dovuto alla preghiera, dovuto a Dio.
(...) Troviamo tempo per ogni occupazione profana ed esteriore, e non lo troviamo più per ciò che maggiormente preme, per respirare e meditare nell’atmosfera ristoratrice della coscienza, della fede, della celebrazione liturgica.
Benedetto XVI, udienza generale 1 agosto 2007
Vorrei raccogliere una buona notizia relativa all'Iraq, che ha generato un'esplosione popolare di gioia in tutto il Paese. Mi riferisco alla vittoria della Coppa d'Asia da parte della Rappresentativa di calcio irachena. Si tratta d'uno storico successo per l'Iraq, che per la prima volta è diventato campione di calcio dell'Asia. Sono rimasto felicemente impressionato dall'entusiasmo che ha contagiato tutti gli abitanti, spingendoli nelle strade per festeggiare l'evento. Come tante volte ho pianto con gli Iracheni, in questa circostanza con loro gioisco. Questa esperienza di lieta condivisione rivela il desiderio di un popolo di avere una vita normale e serena. Auspico che l’evento possa contribuire a realizzare in Iraq, con l’apporto di tutti, un futuro di autentica pace nella libertà e nel reciproco rispetto. Congratulazioni!