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Ep. 218 - Papale papale -"Fiori"

Francesco, discorso in occasione dell’iniziativa “Il treno dei bambini”, 9 giugno 2018

Non dimenticatevi mai dei primi maestri, non dimenticatevi mai della scuola. Perché? Sentite bene. Perché sono le radici della vostra cultura. Ma cosa significa le radici? Vi farò un esempio. A questa domanda rispondete. Un albero, al quale si sono tolte le radici, può dare dei fiori? [“No!”] Sicuri? [“Sì!”] Un albero senza radici non può dare fiori, e anche noi come persone abbiamo radici? Sì, radici spirituali, la casa, la famiglia, la scuola. Per questo vi dico: non dimenticatevi della scuola perché sono le radici della vostra cultura. E se un bambino, una bambina, un ragazzo, una ragazza si dimentica della scuola, potrà dare frutti nella vita? [“No!”] No! Un ragazzo, una ragazza senza radici potrà dare frutto nella vita? [“No!”] e potrà dare dei fiori? No! Le radici. Io vi insegnerò una parola che significa quello che voi mai dovete essere. Ascoltate bene e imparate: “Io non devo essere sradicato”. L’avete imparato? “Sradicato”. Cosa significa sradicato? Senza radici. Io non devo essere sradicato, cioè senza radici. E per questo ricordare la scuola, le maestre, sempre nella vita ci aiuterà a mantenere le radici, per portare fiori e frutti. Questa è la cosa che volevo dirvi.

Giovanni XXIII discorso alle religiose che svolgono la loro opera di ausilio nella Chiesa di Roma 29 gennaio 1960

Voi bene lo sapete: oggi, come in passato, la voce di tante anime privilegiate che chiedono di costituirsi in sodalizio santo ed approvato: che attendono l'incoraggiamento e le indicazioni di nuovi compiti, secondo le esigenze dei tempi, trova accoglimento sempre benevolo: e dopo maturo esame, e lunga prova di esperienza, quale si conviene ad opere tanto importanti e piene di responsabilità, la Chiesa assume, come sue, tante magnifiche istituzioni, la cui colorazione diversa richiama alla mente la varietà e la vaghezza dei fiori.

Questa mirabile fioritura di vergini, che offrono in ausilio alla Gerarchia le doti caratteristiche, di cui Dio ha fornito la donna in modo eminente. è veramente degna di considerazione, di rispetto e di onore, in faccia a tutto il mondo. Noi non cessiamo di ripeterlo.

Giovanni Paolo II, udienza generale 27 marzo 1985

Saluto infine gli sposi novelli. Carissimi, con il sacramento del Matrimonio, ricevuto recentemente, avete posto un segno per poter indicare la vostra responsabile e generosa risposta, il vostro sì, al Signore che vi ha chiamati alla duplice, grande e nobile missione di amore e di vita, che realizzerete in coppia nella vostra nuova famiglia cristiana. Come la primavera porta nella natura un risveglio di vita, che si manifesta attraverso i fiori e i frutti, così la vostra comunità familiare segni nella Chiesa e nella società una primavera di fede con fiori di un amore autentico e frutti di nuove vite. Vi sorregga sempre la grazia ricevuta nel Sacramento, che renderete operante con la vostra opera personale; per questo vi esorto a pregare insieme e frequentare i sacramenti.

Benedetto XVI, discorso alla Comunità del Pontificio Collegio etiopico in Vaticano 29 gennaio 2011

Cristo è inseparabile dalla Chiesa che è il suo Corpo. E’ nella Chiesa che Cristo congiunge più strettamente a sé i battezzati e, nutrendoli alla Mensa eucaristica, li rende partecipi della sua vita gloriosa (cfr Lumen gentium, 48). La santità si colloca quindi nel cuore stesso del mistero ecclesiale ed è la vocazione a cui tutti siamo chiamati. I Santi non sono un ornamento che riveste la Chiesa dall’esterno, ma sono come i fiori di un albero che rivelano la inesauribile vitalità della linfa che lo percorre. E’ bello contemplare così la Chiesa, in modo ascensionale verso la pienezza del Vir perfectus; in continua, faticosa, progressiva maturazione; dinamicamente sospinta verso il pieno compimento in Cristo. e coscienze si devono aprire come i fiori al sole. La preghiera della Messa festiva deve essere davvero il nutrimento, il segno della capacità vivente della fede a mantenersi ed esprimersi nell’esperienza della vita umana. Ascoltando bene la Messa festiva si è cristiani, si ha la dose di preghiera e di grazia necessarie per vivere. Portando poi con sé un po’ di amore di Dio, dopo aver espresso la fede come un atto pieno della coscienza, si torna a casa, al lavoro; e si sente il desiderio di una preghiera, sino al punto di trasformare le case, in dati momenti, come se fossero chiese.

24 luglio 2024