Ep. 217 - Papale papale -"Gentilezza"
Francesco, Vespri 31 dicembre 2022
La gentilezza è un fattore importante della cultura del dialogo, e il dialogo è indispensabile per vivere in pace, per vivere da fratelli, che non sempre vanno d’accordo – è normale – ma che però si parlano, si ascoltano e cercano di comprendersi e di venirsi incontro. Pensiamo solo a «che cosa sarebbe il mondo senza il dialogo paziente di tante persone generose che hanno tenuto unite famiglie e comunità. Il dialogo perseverante e coraggioso non fa notizia come gli scontri e i conflitti, eppure aiuta discretamente il mondo a vivere meglio» (ibid., 198). Ebbene, la gentilezza fa parte del dialogo. Non è solo questione di “galateo”; non è questione di “etichetta”, di forme galanti… No, non è questo che intendiamo qui parlando di gentilezza. Si tratta invece di una virtù da recuperare e da esercitare ogni giorno, per andare controcorrente e umanizzare le nostre società.
I danni dell’individualismo consumista sono sotto gli occhi di tutti. E il danno più grave è che gli altri, le persone che ci circondano, vengono percepite come ostacoli alla nostra tranquillità, alla nostra comodità. Gli altri ci “scomodano”, ci disturbano, ci tolgono tempo e risorse per fare quello che ci piace. La società individualistica e consumistica tende ad essere aggressiva, perché gli altri sono dei concorrenti con cui competere (cfr ibid., 222). Eppure, proprio dentro queste nostre società, e anche nelle situazioni più difficili, ci sono persone che dimostrano come sia «ancora possibile scegliere la gentilezza» e così, con il loro stile di vita, «diventano stelle in mezzo all’oscurità» (ibid.).
Giovanni Paolo II, visita al centro traumatologico ortopedico di Roma, 23 marzo 1985
In procinto di entrare in questo gigantesco edificio, in cui tante persone ritrovano la vigoria del corpo e riprendono con gioia il corso normale della vita, vi esprimo la grande soddisfazione di potermi incontrare con voi e di rivolgere a voi e ai vostri cari la mia parola...
(...) La vita della società moderna ha reso le persone più sensibili e più fragili; e perciò è necessaria più attenzione, più cordialità, più gentilezza; è necessaria anche più interiorità spirituale, più fede e confidenza nel Signore: “Ero malato e mi avete visitato!”.
Benedetto XVI, discorso al Corpo della Gendarmeria Vaticana, 11 gennaio 2013
Il Corpo della Gendarmeria è chiamato a svolgere, fra i diversi compiti, quello di accogliere con cortesia e con gentilezza i pellegrini e i visitatori del Vaticano, che giungono da Roma, dall’Italia e da ogni parte del mondo. Quest’opera di vigilanza e di controllo, che voi svolgete con diligenza e sollecitudine, è certamente considerevole e delicata: essa richiede a volte non poca pazienza, perseveranza e disponibilità all’ascolto. Si tratta di un servizio quanto mai utile al tranquillo e sicuro svolgimento della vita quotidiana e delle manifestazioni religiose della Città del Vaticano.
In ogni pellegrino o visitatore, sappiate vedere il volto di un fratello che Dio pone sulla vostra strada; pertanto accoglietelo con gentilezza e aiutatelo, sentendolo parte della grande famiglia umana.
Paolo VI, udienza generale 6 novembre 1968
Dobbiamo dare al mondo la testimonianza della carità propria della Chiesa, cioè della presenza continuata ed operante di Cristo sulla terra, con la nostra sincera solidarietà. Solidarietà di sentimenti, condividendo la sofferenza e l’attesa del prossimo; solidarietà di servizio, offrendo adesione, opera ed obolo alle iniziative benefiche, che sono in atto, vicine o lontane che siano; solidarietà di spirito, confortando con affettuosa e virile gentilezza i deboli ed i bisognosi ed invocando l’intervento misterioso, ma reale e sovranamente efficace di quella Provvidenza che sa convertire anche i nostri mali a nostro superiore vantaggio, e disporre le vie per i migliori e spesso imprevisti soccorsi e conforti.