Ep. 213 - Papale papale -"Musica"
Francesco, discorso ai partecipanti al III incontro internazionale della Corali in Vaticano
Il Concilio Vaticano II realizzando il rinnovamento della liturgia, ha ribadito che la «tradizione musicale della Chiesa costituisce un patrimonio di inestimabile valore». È proprio così. Penso, in particolare, alle tante tradizioni delle nostre comunità sparse per il mondo intero, che fanno emergere le forme più radicate nella cultura popolare, e che diventano anche una vera preghiera. Quella pietà popolare che sa pregare creativamente, che sa cantare creativamente; quella pietà popolare che, come ha detto un Vescovo italiano, è il “sistema immunitario” della Chiesa. E il canto porta avanti questa pietà. Attraverso queste musiche e canti si dà voce anche alla preghiera e in questo modo si forma una vera corale internazionale, dove all’unisono sale al Padre di tutti la lode e la gloria del suo popolo.
(...) La musica, dunque, sia uno strumento di unità per rendere efficace il Vangelo nel mondo di oggi, attraverso la bellezza che ancora affascina e rende possibile credere affidandosi all’amore del Padre.
Paolo VI, discorso alle Scholae Cantorum 25 settembre 1977
È scritto nel Vangelo che sarà data nei cieli una grande ricompensa per un bicchiere di acqua. Ma un bel canto è qualcosa di più di un bicchiere di acqua pura; più grande ne sarà certo la ricompensa.
Non occorre che qui davanti a voi Noi facciamo l’apologia del canto sacro. Nessuno meglio di voi è in grado di capire e apprezzare l’importanza e la preziosità del servizio reso alla Chiesa dai vostri cori. Senza di voi la liturgia perderebbe un valido sostegno e la preghiera del popolo mancherebbe di un’ala nel suo volo verso Dio. Non sarà tuttavia superfluo ricordare che se il Concilio Ecumenico ha aperto nuove strade per il futuro della musica sacra, stabilendo che nelle sacre celebrazioni il primato del canto liturgico spetti all’assemblea, non per questo viene diminuito il ruolo delle Cappelle musicali o delle «scholae cantorum»; il loro compito anzi è divenuto di ancora maggior rilievo ed importanza, perché devono servire di sostegno, di modello, di stimolo per una musica più elevata ed elevante.
Benedetto XVI, discorso ai partecipanti all’incontro promosso dall’associazione italiana Santa Cecilia 10 novembre 2012
Pensiamo alla celebre esperienza di Paul Claudel, poeta francese, che si convertì ascoltando il canto del Magnificat durante i Vespri di Natale nella Cattedrale di Notre-Dame a Parigi: «In quel momento – egli scrive – capitò l’evento che domina tutta la mia vita. In un istante il mio cuore fu toccato e io credetti. Credetti con una forza di adesione così grande, con un tale innalzamento di tutto il mio essere, con una convinzione così potente, in una certezza che non lasciava posto a nessuna specie di dubbio che, dopo di allora, nessun ragionamento, nessuna circostanza della mia vita agitata hanno potuto scuotere la mia fede né toccarla». Ma, senza scomodare personaggi illustri, pensiamo a quante persone sono state toccate nel profondo dell’animo ascoltando musica sacra; e ancora di più a quanti si sono sentiti nuovamente attirati verso Dio dalla bellezza della musica liturgica come Claudel.
Giovanni Paolo II, discorso ai cantori della Cappella Sistina 18 aprile 1981
Pio XII, nell’enciclica Musicae sacrae disciplinae (25 dicembre 1955) affermava che la musica deve annoverarsi tra i molti e grandi doni di natura dei quali Dio ha arricchito l’uomo creato a sua immagine e somiglianza: essa, insieme con le altre arti liberali, contribuisce al gaudio spirituale e al diletto dell’anima (Pio XII, Musicae sacrae disciplinae, parte I).
Tanto più questo deve essere detto della Musica Sacra. Infatti san Pio X, nel suo celebre Motu Proprio “Tra le sollecitudini” (22 novembre 1903), scriveva: “La Musica Sacra, come parte integrante della solenne liturgia, ne partecipa il fine generale, che è la gloria di Dio e la santificazione ed edificazione dei fedeli. Essa concorre ad accrescere il decoro e lo splendore delle cerimonie ecclesiastiche... affinché i fedeli con tale mezzo siano più facilmente stimolati alla devozione e meglio si dispongano ad accogliere in sé i frutti della grazia, che sono propri della celebrazione dei sacrosanti misteri”.