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Ep. 215 - Papale papale -"Sport"

Benedetto XVI Discorso alla Delegazione del Comitato Olimpico nazionale italiano, 17 dicembre 2012

Uno sport che voglia avere un senso pieno per chi lo pratica deve essere sempre a servizio della persona. La posta in gioco allora non è solo il rispetto delle regole, ma la visione dell’uomo, dell’uomo che fa sport e che, al tempo stesso, ha bisogno di educazione, di spiritualità e di valori trascendenti. Lo sport infatti è un bene educativo e culturale, capace di rivelare l’uomo a se stesso ed avvicinarlo a comprendere il valore profondo della sua vita. Il Concilio Ecumenico Vaticano II parla dello sport all’interno della Costituzione pastorale Gaudium et spes, nell’ampio quadro dei rapporti tra la Chiesa e il mondo contemporaneo, e lo colloca nel settore della cultura, cioè nell’ambito in cui si evidenzia la capacità interpretativa della vita, della persona e delle relazioni. Il Concilio auspica che lo sport contribuisca ad affinare lo spirito dell’uomo, consenta alle persone di arricchirsi con la reciproca conoscenza, aiuti a mantenere l’equilibrio della personalità, favorisca le fraterne relazioni fra gli uomini di tutte le condizioni, di nazioni e stirpi diverse (cfr n. 61).

Giovanni Paolo II, discorso ai partecipanti ad un convegno promosso dalla Conferenza episcopale italiana su sport , etica e fede, 25 novembre 1989

La vita secondo il Vangelo richiede una disciplina rigorosa e costante, e si manifesta come una continua sfida contro le insidie delle potenze del male, presente e operante in noi e nel mondo. Per questo san Paolo, ben consapevole delle difficoltà, invitava a “combattere la buona battaglia della fede (1 Tm 6, 12) senza scoraggiarsi di fronte agli ostacoli, e proponeva di non dimenticare la sicura realtà del premio, dicendo: “corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio mi chiama a ricevere lassù” (Fil 3, 14). La vita cristiana appare dunque come uno sport assai impegnativo, che unifica tutte le energie dell’uomo, per orientarle alla perfezione della personalità, verso una mèta che realizza nella nostra umanità la “misura del dono di Cristo” (Ef 4, 7).

Paolo VI, discorso ai ciclisti del giro d’Italia, 30 maggio 1964

La Chiesa vede nello sport una ginnastica delle membra e una ginnastica dello spirito; un esercizio di educazione fisica, e un esercizio di educazione morale; e perciò ammira, approva, incoraggia lo sport nelle sue varie forme, in quella sistematica specialmente, doverosa a tutta la gioventù e rivolta allo sviluppo armonico del corpo e delle sue energie; ed in quella agonistica anche, la vostra, che arriva allo sforzo ed al rischio purché contenuta in misura che non nuoccia ai fini stessi dello sport, alla salute, all’incolumità e alla prestanza della vita fisica. E lo ammira la Chiesa, lo approva e lo incoraggia, lo sport, tanto di più se l’impiego delle forze fisiche si accompagna all’impiego delle forze morali, che possono fare dello sport una magnifica disciplina personale, un severo allenamento ai contatti sociali fondati sul rispetto della parola propria e della persona altrui, un principio di coesione sociale, che arriva ora a tessere relazioni amichevoli perfino sul campo internazionale.

Francesco, discorso ai partecipanti ad un convegno internazionale sullo sport, 30 settembre 2022

La Chiesa è vicina allo sport, perché crede nel gioco e nell’attività sportiva come luogo di incontro tra le persone, di formazione ai valori e di fraternità. Per questo lo sport è di casa nella Chiesa, specialmente nelle scuole e negli oratori o centri giovanili. Quando lo sport viene praticato mettendo al centro le persone e valorizzando il piacere del giocare insieme, fa crescere in ciascuno un senso di partecipazione, di condivisione, fa sentire parte di un gruppo. Infatti mi piace ricordare agli atleti, anche ai professionisti, di non perdere il gusto del gioco e di saper vivere lo sport conservando sempre uno spirito “amatoriale”. Questo è importante. La dimensione del gioco è fondamentale, soprattutto per i più giovani: dà gioia, crea socialità e fa nascere amicizie, e nello stesso tempo è formativo. Grazie allo sport si possono stabilire relazioni forti e durature. Lo sport è un generatore di comunità.

Pio XII, discorso ai dirigenti del Centro sportivo italiano, 9 ottobre 1955

Lo sport, quando sia inteso cristianamente, è di per sè un'efficace scuola per quel grande cimento che è la vita terrena, le cui mete sono la perfezione dell'anima, il premio della beatitudine, la gloria immarcescibile dei santi. Di questo agone più alto lo sport non è che una pallida immagine, ma con quali differenze! Mentre ai cimenti sportivi si è liberi di partecipare, nell'agone spirituale è necessario che tutti entrino e perseverino; mentre in quelli un solo tra molti ottiene la palma, in questo la vittoria è disposta ad incoronare tutti e ciascuno; ma, soprattutto, mentre in quelli, ove manchino le energie, altro non resta che ritirarsi e dichiararsi vinti, in questo è sempre pronta a sollevare e rinvigorire le declinanti forze la forza stessa di Dio, che vuole tutti gli uomini salvi e vincitori.

19 luglio 2024