Ep. 230 - Papale papale -"Gloria"
Giovanni Paolo II, udienza generale 12 marzo 1986
La Gloria di Dio è prima di tutto in lui stesso: è la gloria “interiore”, che, per così dire, riempie la stessa profondità illimitata e l’infinita perfezione dell’unica Divinità nella Trinità delle Persone. Questa perfezione infinita, in quanto pienezza assoluta di Essere e di Santità, è pure pienezza di Verità e di Amore nel contemplarsi e nel donarsi reciproco (e quindi nella comunione) del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Mediante l’opera della creazione la gloria interiore di Dio, che sgorga dal mistero stesso della Divinità, viene in un certo senso trasferita “al di fuori”: nelle creature del mondo visibile e di quello invisibile, in proporzione al loro grado di perfezione.
Benedetto XVI, udienza generale 25 gennaio 2012
La glorificazione che Gesù chiede per se stesso, quale Sommo Sacerdote, è l'ingresso nella piena obbedienza al Padre, un'obbedienza che lo conduce alla sua più piena condizione filiale: «E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse» (Gv 17,5). Sono questa disponibilità e questa richiesta il primo atto del sacerdozio nuovo di Gesù che è un donarsi totalmente sulla croce, e proprio sulla croce - il supremo atto di amore – Egli è glorificato, perché l'amore è la gloria vera, la gloria divina.
Giovanni XXIII, saluto ai fedeli partecipanti alla fiaccolata in occasione dell’apertura del Concilio ecumenico Vaticano II, 11 ottobre 1962
Cari figliuoli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero; qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata, stasera – osservatela in alto! – a guardare a questo spettacolo.
Noi chiudiamo una grande giornata di pace; di pace: « Gloria a Dio, e pace agli uomini di buona volontà ». Ripetiamo spesso questo augurio e quando possiamo dire che veramente il raggio, la dolcezza della pace del Signore ci unisce e ci prende, noi diciamo: “Ecco qui un saggio di quello che dovrebbe essere la vita, sempre, di tutti i secoli, e della vita che ci attende per l’eternità”.
Pio XII, radiomessaggio ai popoli di tutto il mondo 24 dicembre 1953
Là invece ove penetra il concetto tecnico della vita, la famiglia smarrisce il legame personale della sua unità, perde il suo calore e la sua stabilità. Essa non rimane unita se non nella misura che sarà imposta dalle esigenze della produzione di massa, verso la quale sempre più insistentemente si corre. Non più la famiglia opera dell’amore e rifugio di anime, ma desolato deposito, secondo le circostanze, o di mano d’opera per quella produzione, o di consumatori dei beni materiali prodotti.
Il « concetto tecnico della vita » non è dunque altro che una forma particolare del materialismo, in quanto offre come ultima risposta alla questione dell’esistenza una formula matematica e di calcolo utilitario. Per questo l’odierno sviluppo tecnico, quasi conscio d’essere avvolto da tenebre, manifesta inquietudine ed angoscia, avvertite specialmente da coloro che si adoperano nella febbrile ricerca di sistemi sempre più complessi, sempre più rischiosi. Un mondo così guidato non può dirsi illuminato da quella luce, né animato da quella vita, che il Verbo, splendore della gloria di Dio, facendosi uomo, è venuto a comunicare agli uomini.
Francesco, udienza generale 10 gennaio 2018
Proprio dall’incontro tra la miseria umana e la misericordia divina prende vita la gratitudine espressa nel “Gloria”, «un inno antichissimo e venerabile con il quale la Chiesa, radunata nello Spirito Santo, glorifica e supplica Dio Padre e l’Agnello».
L’esordio di questo inno – “Gloria a Dio nell’alto dei cieli” – riprende il canto degli Angeli alla nascita di Gesù a Betlemme, gioioso annuncio dell’abbraccio tra cielo e terra. Questo canto coinvolge anche noi raccolti in preghiera: «Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà».