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Ep. 253 - Papale papale - "Carcere"

Pio XII, radiomessaggio ai detenuti 30 dicembre 1951

Non meno che per gli altri uomini — tutti quaggiù in qualche modo rei e prigionieri —, per voi Gesù è venuto a recare una più nobile ed intima liberazione, quella che dal giogo e dalle catene delle passioni e del peccato redime alla pace dello spirito annunziata nella Notte santa; che opera la interiore rinnovazione della vita e rapisce nella luce ristoratrice di una Epifania di redenzione.

Se dalle pene che vi stringono saprete librarvi sulle ali della fede, non solo gusterete queste gioie arcane, ma le possederete così che nessuno mai varrà a rapirvele: nè le avversità degli eventi, nè le asprezze del carcere, nè i possibili errori della giustizia terrena, nè la incomprensione degli uomini, nè lo stesso rimorso, dalla grazia elevato a salutare e consolante pentimento.

Riprovando e rinnegando, ove occorra, nel profondo del vostro cuore, un triste passato, che consumino e disperdano la contrizione e l'amore ; illuminati e sorretti dalla fede a guardare e a sentire le vicende della terra con occhi e spirito di cristiani; voi scoprirete nella stessa vostra condizione presente occasioni preziose e sorgenti sommamente feconde di grandi beni.

Paolo VI visita al carcere “Regina Caeli”, incontro con i detenuti 9 aprile 1964

Sappiate che io sono venuto perché vi voglio bene, che ho per voi illimitata simpatia. Se mai vi cogliesse la tristezza di pensare: nessuno mi vuol bene, tutti mi guardano con occhi che umiliano e mortificano, la società intera che qui m'ha relegato mi condanna; forse perfino le persone care mi guardano con insistente rimprovero: che cosa hai fatto? ebbene ricordate che io, venendo qui, vi guardo con profonda comprensione e grande stima.

Vi voglio bene, non per sentimento romantico, non per moto di compassione umanitaria; ma vi amo davvero perché scopro tuttora in voi l'immagine di Dio, la somiglianza di Cristo, l'uomo ideale che voi ancora siete e potete essere. 

Francesco, Giubileo dei carcerati 6 novembre 2016

A volte, una certa ipocrisia spinge a vedere in voi solo delle persone che hanno sbagliato, per le quali l’unica via è quella del carcere. Io vi dico: ogni volta che entro in un carcere mi domando: “Perché loro e non io?”. Tutti abbiamo la possibilità di sbagliare: tutti. In una maniera o nell’altra abbiamo sbagliato. E l’ipocrisia fa sì che non si pensi alla possibilità di cambiare vita: c’è poca fiducia nella riabilitazione, nel reinserimento nella società. Ma in questo modo si dimentica che tutti siamo peccatori e, spesso, siamo anche prigionieri senza rendercene conto. Quando si rimane chiusi nei propri pregiudizi, o si è schiavi degli idoli di un falso benessere, quando ci si muove dentro schemi ideologici o si assolutizzano leggi di mercato che schiacciano le persone, in realtà non si fa altro che stare tra le strette pareti della cella dell’individualismo e dell’autosufficienza, privati della verità che genera la libertà. E puntare il dito contro qualcuno che ha sbagliato non può diventare un alibi per nascondere le proprie contraddizioni.

Giovanni Paolo II, discorso ai detenuti del carcere di Viterbo 27 maggio 1984

E, infine, una parola di liberazione. Se non mi è possibile donarvi la libertà fisica, vi posso annunciare il segreto della liberazione spirituale e morale. Anche questa libertà, che tocca il profondo del cuore umano, si trova in Gesù, il nostro liberatore. Egli si presentò proprio come colui che proclamava “la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri” (Is 61, 1). Con tale missione, non intese soppiantare gli ordinamenti costituiti. Egli mirava ad una liberazione più profonda e più vera, quella interiore. Voleva, e vuole, condurre l’uomo dalla schiavitù di se stesso, dell’egoismo, della cattiveria e dell’ingiustizia, alla liberazione autentica, cioè alla capacità di cambiare, di rinnovarsi interiormente, di “rinascere”, di diventare persona nuova. Questo è possibile, può avvenire in qualsiasi circostanza, potrebbe essere il miracolo dell’attuale vostra permanenza in questa casa.

11 settembre 2024