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Ep. 262 - Papale papale - "Destino"

Francesco, Santa Messa per il Corpo della Gendarmeria 28 settembre 2019

Una prima lettura del Vangelo, di questo passo del Vangelo, ci può forse far sbagliare il messaggio e portarci a pensare che questo sia un insegnamento di Gesù in favore dell’elemosina, in favore della giustizia, cioè un insegnamento di Gesù di tipo morale. Ma è tutta un’altra cosa. Gesù vuole entrare proprio nel percorso umano di tutta una vita, e per questo questo Vangelo parla di due vite, di un uomo ricco e di un uomo povero, di come è il percorso dell’una e dell’altra. Questo Vangelo ci fa vedere il destino – non il destino magico, no – il  destino che un uomo o una donna può fare di sé stesso, perché noi facciamo il nostro destino, noi camminiamo il nostro cammino e il nostro cammino tante volte lo facciamo noi. A volte interviene il Signore, dà la grazia il Signore, ma i responsabili del nostro cammino siamo noi. Il Signore ci dà la gratuità della grazia, ci aiuta ad andare sempre nella sua presenza ma il nostro cammino, la responsabilità del nostro cammino è nostra.

Giovanni Paolo II, discorso ai giovani delle Acli 4 gennaio 1983

Il tema del vostro Congresso suona: «La pace è il destino dell’uomo». Quale densità di concetti è racchiusa in questo motto! Esso è radicalmente cristiano, e richiama quegli antichi e solenni testi biblici, in cui il profeta prospetta al Popolo di Dio orizzonti radiosi di armonia, di concordia e, appunto, di pace: quando «forgeranno le loro spade in vomeri” (Is 2, 4), quando «il lupo dimorerà insieme con l’agnello» (Is 11, 6), quando «l’arco di guerra sarà spezzato» (Zc 9, 10). È forse utopia tutto ciò? vana speranza? illusione? No! Il cristiano sa che, al contrario, questo è il destino dell’uomo! Egli sa che, se pur non si tratta di un traguardo imminente, esso è sicuro e merita ogni più generosa dedizione per avvicinarvisi sempre maggiormente. E ogni fatica per questo fine non è inutile, ma feconda. (...) Una cosa è certa: il Signore ha «progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza» (Ger 29, 11). Ma è un destino, questo, a cui l’uomo deve contribuire, proprio perché lo riguarda. 

Pio XII, radiomessaggio in occasione della Giornata della Famiglia 23 marzo 1952

Perciò i Nostri Predecessori e Noi stessi, nello scompiglio della guerra e nelle turbate vicende del dopoguerra, non abbiamo cessato d’insistere sul principio che l’ordine voluto da Dio abbraccia la vita intera, non esclusa la vita pubblica in ogni sua manifestazione, persuasi che in ciò non vi è alcuna restrizione della vera libertà umana, né alcuna intromissione nella competenza dello Stato, ma una assicurazione contro errori ed abusi, dai quali la morale cristiana, se rettamente applicata, può proteggere. Queste verità debbono essere insegnate ai giovani e inculcate nelle loro coscienze da chi, nella famiglia o nella scuola, ha l’obbligo di attendere alla loro educazione, ponendo così il seme di un avvenire migliore. Ecco quanto intendevamo oggi di dirvi, diletti figli e figlie che Ci ascoltate, e nel dirvelo non abbiamo nascosto l’ansia che Ci stringe il cuore per questo formidabile problema, che tocca il presente e l’avvenire del mondo e l’eterno destino di tante anime.

Paolo VI, Angelus 2 novembre 1969

Quali immensità, quali profondità avvolgono i nostri destini!

Ma vedete; sono sempre destini luminosi, destini vitali, se pur Cristo, ch’è la risurrezione e la vita, ch’è la luce di questo mondo, e la lucerna raggiante in quello futuro, è con noi. Sono destini di speranza. Noi vorremmo infonderla oggi, la speranza, che ha nella fede il suo fondamento, con quella certezza, che è propria del Nostro carisma apostolico, nei vostri cuori. E la speranza ha il suo linguaggio nella preghiera, la quale varca ogni distanza, e mediante le onde della carità, che non muore, può arrivare nell’aldilà, a consolazione, a suffragio, a preludio di eterna beatitudine dei nostri morti. Di tutti i morti. Di quelli specialmente vorremmo che il distacco violento da questa vita, per causa di guerra, di incidenti fatali, di decessi improvvisi ha portato via senza un previo viatico religioso. Preghiamo.

24 settembre 2024