Ep. 249 - Papale papale - "Popolo"
Pio XII, radiomessaggio natalizio 24 dicembre 1944
Popolo e moltitudine amorfa o, come suol dirsi, « massa » sono due concetti diversi. Il popolo vive e si muove per vita propria; la massa è per sé inerte, e non può essere mossa che dal di fuori. Il popolo vive della pienezza della vita degli uomini che lo compongono, ciascuno dei quali — al proprio posto e nel proprio modo — è una persona consapevole delle proprie responsabilità e delle proprie convinzioni. La massa, invece, aspetta l'impulso dal di fuori, facile trastullo nelle mani di chiunque ne sfrutti gl'istinti o le impressioni, pronta a seguire, a volta a volta, oggi questa, domani quell'altra bandiera. Dalla esuberanza di vita d'un vero popolo la vita si effonde, abbondante, ricca, nello Stato e in tutti i suoi organi, infondendo in essi, con vigore incessantemente rinnovato, la consapevolezza della propria responsabilità, il vero senso del bene comune. Della forza elementare della massa, abilmente maneggiata ed usata, può pure servirsi lo Stato: nelle mani ambiziose d'un solo o di più, che le tendenze egoistiche abbiano artificialmente raggruppati, lo Stato stesso può, con l'appoggio della massa, ridotta a non essere più che una semplice macchina, imporre il suo arbitrio alla parte migliore del vero popolo: l'interesse comune ne resta gravemente e per lungo tempo colpito e la ferita è bene spesso difficilmente guaribile.
Giovanni XXIII, Angelus 12 agosto 1962
Diletti figli appartenenti a tutte le genti, voi siete qui adunati come buoni fratelli, mentre il pilota sta esperimentando, in modo quasi decisivo e certo determinante, le capacità intellettuali, morali e fisiche dell'uomo, e continua quella esplorazione del creato, che la Sacra Scrittura incoraggia nelle sue prime pagine: Ingredimini super terram et replete eam.
I popoli, e in particolare le giovani generazioni, seguono con entusiasmo gli sviluppi delle mirabili ascensioni e navigazioni spaziali. Oh! come vorremmo che queste intraprese assumessero significato di omaggio reso a Dio creatore e legislatore supremo.
Questi storici avvenimenti come saranno segnati negli annali della conoscenza scientifica del cosmo, così possano divenire espressione di vero e pacifico progresso, a solido fondamento della umana fraternità.
Paolo VI Angelus 27 febbraio 1972
Dobbiamo comprendere il duplice significato della parola Chiesa, che vuol dire casa della preghiera, e vuol dire Popolo che in essa si raccoglie, si sente e diventa famiglia spirituale, unita e fraterna nella coscienza del suo destino soprannaturale, nella dignità della sua elevazione alla comunione con l’ineffabile vita divina, e nell’impegno di una solidarietà umana e cristiana incomparabile.
E dobbiamo anche comprendere l’evidente rapporto fra la chiesa-tempio, parrocchia, e la Chiesa-gregge di Cristo. Un rapporto che possiamo dire necessario, e dobbiamo riconoscere urgente. Urgente sul cuore dei Romani, che devono sentire l’obbligo di associare i molti e nuovi cittadini della periferia alla vocazione, alla storia, alla fortuna, al genio spirituale propri di questa nostra Roma, e che devono perciò favorire quanto possono l’opera delle chiese nuove.
Francesco celebrazione a Casa Santa Marta 28 marzo 2020
Il popolo che segue Gesù lo ascolta - non se ne accorge del tanto tempo che passa ascoltandolo, perché la Parola di Gesù entra nel cuore - e il gruppo dei dottori della Legge che a priori rifiutano Gesù perché non opera secondo la legge, secondo loro. Sono due gruppi di persone. Il popolo che ama Gesù, lo segue e il gruppo degli intellettuali della Legge, i capi di Israele, i capi del popolo. (...) Il santo popolo fedele di Dio crede in Gesù, lo segue, e questo gruppetto di élite, i dottori della Legge, si stacca dal popolo e non riceve Gesù. Ma come mai, se questi erano illustri, intelligenti, avevano studiato? Ma avevano un grande difetto: avevano perso la memoria della propria appartenenza a un popolo.