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Ep. 261 - Papale papale - "Progetto"

Benedetto XVI, discorso ai partecipanti alla plenaria di Cor Unum 19 gennaio 2013

Il cristiano, in particolare chi opera negli organismi di carità, deve lasciarsi orientare dai principi della fede, mediante la quale noi aderiamo al «punto di vista di Dio», al suo progetto su di noi (cfr Enc. Caritas in veritate, 1). Questo nuovo sguardo sul mondo e sull’uomo offerto dalla fede fornisce anche il corretto criterio di valutazione delle espressioni di carità, nel contesto attuale. In ogni epoca, quando l’uomo non ha cercato tale progetto, è stato vittima di tentazioni culturali che hanno finito col renderlo schiavo. Negli ultimi secoli, le ideologie che inneggiavano al culto della nazione, della razza, della classe sociale si sono rivelate vere e proprie idolatrie; e altrettanto si può dire del capitalismo selvaggio col suo culto del profitto, da cui sono conseguite crisi, disuguaglianze e miseria. Oggi si condivide sempre più un sentire comune circa l’inalienabile dignità di ogni essere umano e la reciproca e interdipendente responsabilità verso di esso; e ciò a vantaggio della vera civiltà, la civiltà dell’amore. D’altro canto, purtroppo, anche il nostro tempo conosce ombre che oscurano il progetto di Dio.

Pio XII, radiomessaggio in occasione del Natale 24 dicembre 1955

L’Apostolo S. Paolo descrisse la totalità di quest’ordine in una sintesi mirabile: «Tutto è vostro, voi poi siete di Cristo, e Cristo di Dio ». Chi da questo indistruttibile ordinamento volesse lasciar cadere Dio e Cristo, ritenendo delle parole dell’Apostolo soltanto il diritto dell’uomo sulle cose, opererebbe una essenziale frattura nel disegno del Creatore.San Paolo stesso incalzerebbe col monito: « Nessuno si glorii negli uomini ». Chi non vede quanto sia attuale questo ammonimento per gli uomini del nostro tempo, così orgogliosi dei loro inventori e scopritori, i quali non soffrono più, come una volta, così spesso la dura sorte dell’isolamento, ma al contrario occupano la fantasia delle folle, ed anche la vigile attenzione degli uomini di Stato? Altra cosa però è tributare loro il giusto onore, ed altra attendere da essi e dalle loro scoperte la soluzione del fondamentale problema della vita. Pertanto la ricchezza e le opere, i progetti e le invenzioni, vanto e tormento dell’età moderna, debbono essere considerati in rapporto all’uomo, immagine di Dio.

Paolo VI, Angelus 17 dicembre 1967

Avrete certamente notizia della Nostra proposta di dedicare il primo giorno dell’anno civile al pensiero e al proposito della pace.

Troppo Ci sembra importante educare la mentalità del mondo nuovo al costume della pace, perché Noi non ripetiamo anche a voi questo progetto. Non è una educazione facile, né ormai acquisita quella della pace fra le nazioni e fra le classi sociali; e da buoni maestri, quali Ci obbliga ad essere il Nostro ministero, dovremo ripetere e ripetere la Nostra lezione: bisogna fondare i rapporti fra gli uomini sopra il costume della pace. Come si è riusciti nel mondo civile a sostituire fra cittadini l’amministrazione della giustizia, ispirata dalla ragione e dal diritto e esercitarla con forme temperate ed oggettive, alla vendetta privata, criminale e violenta, così bisogna riuscire a sostituire i conflitti della forza e del sangue con i metodi della trattativa giusta e pacifica.

Francesco, discorso a conclusione della preghiera ecumenica “Il Signore Dio ha progetti di pace” 1 luglio 2021

Dio dichiara di avere «progetti di pace e non di sventura» (Ger 29,11).

(...) Progetti di pace e non di sventura. Come cristiani, oggi vogliamo rinnovare il nostro impegno a edificare un futuro insieme, perché l’avvenire sarà pacifico solo se sarà comune. I rapporti tra gli uomini non possono basarsi sulla ricerca di interessi, privilegi e guadagni di parte. No, la visione cristiana della società viene dalle Beatitudini, scaturisce dalla mitezza e dalla misericordia, porta a imitare nel mondo l’agire di Dio, che è Padre e vuole la concordia tra i figli. Noi cristiani siamo chiamati a essere seminatori di pace e artigiani di fraternità, a non vivere di rancori e rimorsi passati, a non fuggire le responsabilità del presente, a coltivare uno sguardo di speranza sul futuro. Crediamo che Dio indichi una sola via al nostro cammino: quella della pace.

23 settembre 2024