Ep. 296 - Papale papale - "Grazia"
Giovanni XXIII, radiomessaggio ai fedeli e ai popoli 22 dicembre 1960
La parola grazia è la prima che spunta sulle labbra angeliche annunzianti a Maria il divino mistero: ed è pienezza di grazia: Ave, gratia piena. La si ripete poi nel Libro Santo in vario tono ed è sempre espressione di benignità, e di bontà.
« Quanto preziosa è la tua misericordia, o Signore; — canta il Salmista con tocchi di tenerezza che riempiono di commozione il cuore — i figli dell'uomo si rifugiano all'ombra delle tue ali; essi si inebriano dell'adipe della tua casa e il rivo delle tue delizie li disseta. Infatti è presso di te la fonte di vita; nella tua luce noi vedremo la luce. Continua, o Signore, la tua grazia a coloro che ti conoscono e concedi la tua giustizia ai retti di cuore ».
Parlarvi a lungo di questa grazia, o benignità, o bontà, quanto Ci sarebbe delizioso!
Pio XII, radiomessaggio ai fedeli e ai popoli 24 dicembre 1943
Tutti erano avvinti da una stessa catena di tenebre » (Sap. 17, 17). Ma in mezzo a questa notte tenebrosa risplende al fedele la luce dell'astro di Betlemme, che gli addita e illumina il cammino verso Colui, dalla cui pienezza di grazia e di verità noi tutti abbiamo ricevuto. il cammino verso il Redentore, fattosi in questo mondo con la sua venuta essenzialmente Principe di pace, e pace nostra : « Ipse enim est pax nostra » (Eph. 2, 14).
Cristo solo può allontanare i funesti spiriti dell'errore e del peccato, che hanno aggiogato l'umanità ad una tirannica e avvilente schiavitù, asservendola ad un pensiero e ad un volere, dominati e mossi dall'insaziabile bramosia di beni senza limiti.
Giovanni Paolo II, udienza generale 2 settembre 1998
Proprio perché Cristo mi ha liberato col suo amore, donandomi il suo Spirito, io posso e devo donarmi liberamente per amore al prossimo. Questa profonda verità è espressa dalla Prima Lettera dell'apostolo Giovanni: "Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli" (1 Gv 3,16). Il comandamento "nuovo" di Gesù riassume la legge della grazia; l'uomo che l'accoglie realizza la sua libertà in maniera più piena: "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (Gv 15,12-13). A questo vertice dell'amore, raggiunto da Cristo Crocifisso, nessuno può pervenire senza l'aiuto del Paraclito. (...) Questa "legge nuova" di libertà e d'amore è personificata in Gesù Cristo, ma al tempo stesso, in totale dipendenza da Lui e dalla sua redenzione, si esprime nella Madre di Dio.
Francesco, udienza generale 29 settembre 2021
E questo è il nostro Dio, così tanto buono, misericordioso, paziente, pieno di misericordia, che continuamente dà il perdono, continuamente. Lui perdona, e la giustificazione è Dio che perdona dall’inizio ognuno, in Cristo. La misericordia di Dio che dà il perdono. Dio, infatti, attraverso la morte di Gesù - e questo dobbiamo sottolinearlo: attraverso la morte di Gesù – ha distrutto il peccato e ci ha donato in maniera definitiva il perdono e la salvezza. Così giustificati, i peccatori sono accolti da Dio e riconciliati con Lui. È come un ritorno al rapporto originario tra il Creatore e la creatura, prima che intervenisse la disobbedienza del peccato. La giustificazione che Dio opera, pertanto, ci permette di recuperare l’innocenza perduta con il peccato. Come avviene la giustificazione? Rispondere a questo interrogativo equivale a scoprire un’altra novità dell’insegnamento di San Paolo: che la giustificazione avviene per grazia. Solo per grazia: noi siamo stati giustificati per pura grazia. “Ma io non posso, come fa qualcuno, andare dal giudice e pagare perché mi dia giustizia?”. No, in questo non si può pagare, ha pagato uno per tutti noi: Cristo. E da Cristo che è morto per noi viene quella grazia che il Padre dà a tutti: la giustificazione avviene per grazia.