Ep. 294 - Papale papale - "Creato"
Francesco, udienza generale 16 settembre 2020
Sfruttare il creato: questo è il peccato. Crediamo di essere al centro, pretendendo di occupare il posto di Dio e così roviniamo l’armonia del creato, l’armonia del disegno di Dio. Diventiamo predatori, dimenticando la nostra vocazione di custodi della vita. Certo, possiamo e dobbiamo lavorare la terra per vivere e svilupparci. Ma il lavoro non è sinonimo di sfruttamento, ed è sempre accompagnato dalla cura: arare e proteggere, lavorare e prendersi cura… Questa è la nostra missione (cfr Gen 2,15). Non possiamo pretendere di continuare a crescere a livello materiale, senza prenderci cura della casa comune che ci accoglie. I nostri fratelli più poveri e la nostra madre terra gemono per il danno e l’ingiustizia che abbiamo provocato e reclamano un’altra rotta. Reclamano da noi una conversione, un cambio di strada: prendersi cura anche della terra, del creato.
Giovanni Paolo II, udienza generale 5 marzo 1986
L’onnipotenza rivela anche l’amore di Dio che, creando, dona l’esistenza ad esseri diversi da lui e insieme differenti tra di loro. La realtà del suo dono permea tutto l’essere e l’esistere del creato. Creare significa donare (donare soprattutto l’esistenza). E colui che dona, ama. Lo afferma l’Autore del Libro della Sapienza, quando esclama: “Tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato, se avessi odiato qualcosa, non l’avresti neppure creata”; (Sap 11, 24) e aggiunge: “Tu risparmi tutte le cose, perché tutte son tue, Signore, amante della vita” (Sap 11, 26).
L’amore di Dio è disinteressato: mira soltanto a che il bene venga all’esistenza, perduri e si sviluppi secondo la dinamica che gli è propria. Dio Creatore è Colui “che tutto opera efficacemente, conforme alla sua volontà” (Ef 1, 11). E tutta l’opera della creazione appartiene al piano della salvezza, il misterioso progetto “nascosto da secoli nella mente di Dio, creatore dell’Universo” (Ef 3, 9). Mediante l’atto della creazione del mondo, e in particolare dell’uomo, il piano della salvezza inizia a realizzarsi. La creazione è opera della Sapienza che ama, come la Sacra Scrittura ricorda a più riprese.
Giovanni XXIII, Angelus 12 agosto 1962
In quest'ora amiamo associare alle intenzioni della Nostra preghiera il giovane pilota dello spazio. Diletti figli appartenenti a tutte le genti, voi siete qui adunati come buoni fratelli, mentre il pilota sta esperimentando, in modo quasi decisivo e certo determinante, le capacità intellettuali, morali e fisiche dell'uomo, e continua quella esplorazione del creato, che la Sacra Scrittura incoraggia nelle sue prime pagine: Ingredimini super terram et replete eam.
I popoli, e in particolare le giovani generazioni, seguono con entusiasmo gli sviluppi delle mirabili ascensioni e navigazioni spaziali. Oh! come vorremmo che queste intraprese assumessero significato di omaggio reso a Dio creatore e legislatore supremo.
Benedetto XVI, udienza generale 26 agosto 2009
Il creato, materia strutturata in modo intelligente da Dio, è affidato dunque alla responsabilità dell’uomo, il quale è in grado di interpretarlo e di rimodellarlo attivamente, senza considerarsene padrone assoluto. L’uomo è chiamato piuttosto ad esercitare un governo responsabile per custodirlo, metterlo a profitto e coltivarlo, trovando le risorse necessarie per una esistenza dignitosa di tutti. Con l’aiuto della stessa natura e con l’impegno del proprio lavoro e della propria inventiva, l’umanità è veramente in grado di assolvere al grave dovere di consegnare alle nuove generazioni una terra che anch’esse, a loro volta, potranno abitare degnamente e coltivare ulteriormente (cfr Caritas in veritate, 50). Perché ciò si realizzi, è indispensabile lo sviluppo di “quell’alleanza tra essere umano e ambiente, che deve essere specchio dell’amore creatore di Dio”, riconoscendo che noi tutti proveniamo da Dio e verso Lui siamo tutti in cammino.