Ep. 277 - Papale papale - "Guerra"
Pio XII, radiomessaggio durante la seconda guerra mondiale 24 dicembre 1943
Venite ora voi, o cristiani, voi, o fedeli, legati da un ineffabile vincolo soprannaturale col Figlio di Dio fattosi piccolo per noi, guidati e santificati dal suo Evangelo, alimentati dalla grazia, frutto della passione e della morte del Redentore. Anche voi sentite il dolore, ma con la speranza di un conforto che viene dalla vostra fede.
Le presenti miserie sono pure le vostre; la guerra distruggitrice visita e tormenta anche voi, i vostri corpi e le vostre anime, i vostri averi e i vostri beni, la vostra casa e il vostro focolare. La morte vi ha spezzato il cuore e inflitte ferite lente a rimarginarsi. Il pensiero a care tombe lontane rimaste forse sconosciute, l'ansietà per gli scomparsi o dispersi, il sospiro bramoso di riabbracciare i vostri amati prigionieri o deportati, vi mettono in una pena che accascia il vostro spirito, mentre un avvenire grave ed oscuro incombe su tutti, genitori e figli, giovani e vecchi.
Paolo VI, Angelus 7 ottobre 1973
Dobbiamo essere assai addolorati di questi fatti, che sembrano documentare l’inguaribile passionalità dell’uomo e il suo facile regresso alla vecchia persuasione (alimentata - ahimé! - dai crescenti e perfezionati armamenti in tutti gli Stati) che le grosse contese non hanno altra soluzione all’infuori del furioso confronto di forze micidiali. Ma quale giustizia, quale pace può sortire da simile confronto? Possibile che la tregua non possa suggerire metodi meno indegni della dignità umana e della logica giuridica e civile? Possibile che il servizio imparziale e autorevole della mediazione sia ancora così debole e inoperante fra i contrastanti interessi collettivi? Il dialogo sarebbe davvero sterile e impossibile, quando, grazie a Dio, ne abbiamo visto in questi anni tanti soddisfacenti risultati? Noi soffriamo, noi piangiamo; ma noi speriamo ancora. Noi ci curviamo ai piedi dei responsabili, e li supplichiamo di non radicalizzare la lotta, di non lasciarsi dominare dallo spirito di vendetta, di non mostrarsi intrattabili davanti a formule di onorevole compromesso, e di ricordarsi che anche coloro, che chiamiamo nemici, sono fratelli!
Benedetto XVI, Angelus a Lorenzago di Cadore 22 luglio 2007
La guerra, con il suo strascico di lutti e di distruzioni, è da sempre giustamente considerata una calamità che contrasta con il progetto di Dio, il quale ha creato tutto per l'esistenza e, in particolare, vuole fare del genere umano una famiglia. Non posso, in questo momento, non andare col pensiero ad una data significativa: il 1° agosto 1917 il mio venerato predecessore, Papa Benedetto XV, indirizzò la sua celebre Nota alle potenze belligeranti, domandando che ponessero fine alla prima guerra mondiale (cfr AAS 9 [1917], 417-420). Mentre imperversava quell'immane conflitto, il Papa ebbe il coraggio di affermare che si trattava di un'"inutile strage". Questa sua espressione si è incisa nella storia. Essa si giustificava nella situazione concreta di quell'estate 1917, specialmente su questo fronte veneto. Ma quelle parole, "inutile strage", contengono anche un valore più ampio, profetico, e si possono applicare a tanti altri conflitti che hanno stroncato innumerevoli vite umane.
Francesco, Angelus 8 settembre 2013
Il cristiano si distacca da tutto e ritrova tutto nella logica del Vangelo, la logica dell’amore e del servizio. Per spiegare questa esigenza, Gesù usa due parabole: quella della torre da costruire e quella del re che va alla guerra. Questa seconda parabola dice così: «Quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere la pace» (Lc 14,31-32). Qui Gesù non vuole affrontare il tema della guerra, è solo una parabola. Però, in questo momento in cui stiamo fortemente pregando per la pace, questa Parola del Signore ci tocca sul vivo, e in sostanza ci dice: c’è una guerra più profonda che dobbiamo combattere, tutti! È la decisione forte e coraggiosa di rinunciare al male e alle sue seduzioni e di scegliere il bene, pronti a pagare di persona: ecco il seguire Cristo, ecco il prendere la propria croce! Questa guerra profonda contro il male!