Ep. 297 - Papale papale - "Ringraziamento"
Francesco, udienza generale 30 dicembre 2020
Il Catechismo scrive: «Ogni avvenimento e ogni necessità può diventare motivo di ringraziamento». La preghiera di ringraziamento comincia sempre da qui: dal riconoscersi preceduti dalla grazia. Siamo stati pensati prima che imparassimo a pensare; siamo stati amati prima che imparassimo ad amare; siamo stati desiderati prima che nel nostro cuore spuntasse un desiderio. Se guardiamo la vita così, allora il “grazie” diventa il motivo conduttore delle nostre giornate. Tante volte dimentichiamo pure di dire “grazie”.
Per noi cristiani il rendimento di grazie ha dato il nome al Sacramento più essenziale che ci sia: l’Eucaristia. La parola greca, infatti, significa proprio questo: ringraziamento. I cristiani, come tutti i credenti, benedicono Dio per il dono della vita. Vivere è anzitutto aver ricevuto la vita. Tutti nasciamo perché qualcuno ha desiderato per noi la vita. E questo è solo il primo di una lunga serie di debiti che contraiamo vivendo. Debiti di riconoscenza.
Giovanni Paolo II, Santa Messa nella Giornata del ringraziamento 9 novembre 1980
... L’atteggiamento di “ringraziamento” deve distinguere la vita di ogni uomo, di ogni cristiano in particolare. Le parole del salmista devono essere nostre, anche nei momenti dell’affanno e del dolore: “Venite, applaudiamo al Signore / acclamiamo alla roccia della nostra salvezza / accostiamoci a lui per rendergli grazie / a lui acclamiamo con canti di gioia!” (Sal 94,12). San Paolo inculcava nelle sue lettere questo continuo spirito di riconoscenza: “In ogni cosa rendete grazie; questa infatti è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi” (1Ts 5,18); “Siate ricolmi di Spirito... rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo” (cf. Ef 5,18-20). È un atteggiamento “eucaristico”, che vi dona pace e serenità nelle fatiche, vi libera da ogni attaccamento egoistico ed individualistico, vi rende docili alla volontà dell’Altissimo, anche nelle esigenze morali più difficili, vi apre alla solidarietà ed alla carità universale... Ringraziare significa credere, amare, donare!
Paolo VI, Angelus 16 novembre 1969
Noi abbiamo celebrato la Messa, questa mattina, nella Basilica di S. Pietro, e vi assistevano molti Delegati e Osservatori della Conferenza Generale della F.A.O. (che è l’organo delle Nazioni Unite per l’alimentazione e per la promozione dell’Agricoltura nel mondo); ed erano pure presenti i Coltivatori diretti italiani, convenuti a Roma per la Giornata del Ringraziamento, promossa dalla loro Confederazione Nazionale.
Abbiamo così una volta ancora pensato al pane; sì, anche al pane materiale, al pane economico di cui ha bisogno l’umanità; e Ci siamo ricordati che l’umanità, nella sua maggioranza, ha fame, soffre ancora la fame. Noi viviamo in un ambiente sociale, dove questo bisogno è normalmente soddisfatto, sebbene tante agitazioni ci avvertano che per molti non è soddisfatto abbastanza. Ma poi dimentichiamo i molti che veramente sono nell’indigenza e mancano non soltanto del benessere proprio della società moderna, ma del necessario. Soffrono, stentano, muoiono.
Benedetto XVI, Angelus 12 novembre 2006
Nelle nostre famiglie cristiane si insegna ai piccoli a ringraziare sempre il Signore, prima di prendere il cibo, con una breve preghiera e il segno della croce. Questa consuetudine va conservata o riscoperta, perché educa a non dare per scontato il "pane quotidiano", ma a riconoscere in esso un dono della Provvidenza. Dovremmo abituarci a benedire il Creatore per ogni cosa: per l'aria e per l'acqua, preziosi elementi che sono a fondamento della vita sul nostro pianeta; come pure per gli alimenti che attraverso la fecondità della terra Dio ci offre per il nostro sostentamento. Ai suoi discepoli Gesù ha insegnato a pregare chiedendo al Padre celeste non il "mio", ma il "nostro" pane quotidiano. Ha voluto così che ogni uomo si senta corresponsabile dei suoi fratelli, perché a nessuno manchi il necessario per vivere. I prodotti della terra sono un dono destinato da Dio "per l'intera famiglia umana".