Ep. 307 - Papale papale - "Chiavi"
Benedetto XVI, cappella papale nella solennità dei Santi apostoli Pietro e Paolo 29 giugno 2012
Passiamo ora al simbolo delle chiavi, che abbiamo ascoltato nel Vangelo. Esso rimanda all’oracolo del profeta Isaia sul funzionario Eliakìm, del quale è detto: «Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide: se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire» (Is 22,22). La chiave rappresenta l’autorità sulla casa di Davide. E nel Vangelo c’è un’altra parola di Gesù rivolta agli scribi e ai farisei, ai quali il Signore rimprovera di chiudere il regno dei cieli davanti agli uomini (cfr Mt 23,13). Anche questo detto ci aiuta a comprendere la promessa fatta a Pietro: a lui, in quanto fedele amministratore del messaggio di Cristo, spetta di aprire la porta del Regno dei Cieli, e di giudicare se accogliere o respingere (cfr Ap 3,7). Le due immagini – quella delle chiavi e quella del legare e sciogliere – esprimono pertanto significati simili e si rafforzano a vicenda. L’espressione «legare e sciogliere» fa parte del linguaggio rabbinico e allude da un lato alle decisioni dottrinali, dall’altro al potere disciplinare, cioè alla facoltà di infliggere e di togliere la scomunica. Il parallelismo «sulla terra … nei cieli» garantisce che le decisioni di Pietro nell’esercizio di questa sua funzione ecclesiale hanno valore anche davanti a Dio.
Pio XII, radiomessaggio al mondo intero 24 dicembre 1943
In ogni giorno, e più che mai in quest'ora, il Nostro cuore di Padre si sente con profondo e immutabile affetto presso a ciascuno di voi, diletti figli e figlie, doloranti e angustiati. Ma tutti i nostri sforzi non possono far cessare d'un tratto questa orrenda guerra. Non ridare la vita ai vostri cari morti. Non ricostruire il vostro focolare distrutto. Non liberarvi pienamente dalle vostre ansietà. Molto meno è in Nostro potere di manifestarvi il futuro, le cui chiavi sono nelle mani di Dio, che governa il processo degli eventi e ne ha segnato il termine pacifico.
Giovanni XXIII, discorso al Sacro Collegio 22 febbraio 1962
Super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam ...: et tibi dabo claves regni caelorum.
Che cosa significano queste chiavi, affidate personalmente a Simone di Giovanni, a Pietro, se non l'indicazione del governo universale della Chiesa affidato a lui? Da Gerusalemme ad Antiochia, e da questa città al centro dell'impero di Roma, sotto il soffio dello Spirito Santo, il cammino dell'Apostolo è aperto ormai verso il mondo : a lui il Signore ha affidato le pecore e gli agnelli : Pasce agnos, pasce oves. Egli è dunque principe e pastore universale, che guida il gregge nel nome stesso di Cristo.
Francesco, udienza generale 20 novembre 2013
Gesù dà agli Apostoli il potere di perdonare i peccati. È un po’ difficile capire come un uomo può perdonare i peccati, ma Gesù dà questo potere. La Chiesa è depositaria del potere delle chiavi, di aprire o chiudere al perdono. Dio perdona ogni uomo nella sua sovrana misericordia, ma Lui stesso ha voluto che quanti appartengono a Cristo e alla Chiesa, ricevano il perdono mediante i ministri della Comunità. Attraverso il ministero apostolico la misericordia di Dio mi raggiunge, le mie colpe sono perdonate e mi è donata la gioia. In questo modo Gesù ci chiama a vivere la riconciliazione anche nella dimensione ecclesiale, comunitaria. E questo è molto bello. La Chiesa, che è santa e insieme bisognosa di penitenza, accompagna il nostro cammino di conversione per tutta la vita. La Chiesa non è padrona del potere delle chiavi, ma è serva del ministero della misericordia e si rallegra tutte le volte che può offrire questo dono divino.