Ep. 327 - Papale papale - "Consiglio"
Francesco, udienza generale 7 maggio 2014
Abbiamo sentito nella lettura di quel brano del libro dei Salmi che dice: «Il Signore mi ha dato consiglio, anche di notte il mio cuore mi istruisce» (Sal 16, 7). E questo è un altro dono dello Spirito Santo: il dono del consiglio. Sappiamo quanto è importante, nei momenti più delicati, poter contare sui suggerimenti di persone sagge e che ci vogliono bene. Ora, attraverso il dono del consiglio, è Dio stesso, con il suo Spirito, a illuminare il nostro cuore, così da farci comprendere il modo giusto di parlare e di comportarsi e la via da seguire. Ma come agisce questo dono in noi?
Nel momento in cui lo accogliamo e lo ospitiamo nel nostro cuore, lo Spirito Santo comincia subito a renderci sensibili alla sua voce e a orientare i nostri pensieri, i nostri sentimenti e le nostre intenzioni secondo il cuore di Dio. Nello stesso tempo, ci porta sempre più a rivolgere lo sguardo interiore su Gesù, come modello del nostro modo di agire e di relazionarci con Dio Padre e con i fratelli. Il consiglio, allora, è il dono con cui lo Spirito Santo rende capace la nostra coscienza di fare una scelta concreta in comunione con Dio, secondo la logica di Gesù e del suo Vangelo.
Giovanni Paolo II, udienza generale 26 ottobre 1994
Più volte ho parlato dei “consigli evangelici”, che nella vita consacrata si traducono nei “voti” - o almeno impegni - della castità, della povertà e dell’obbedienza. Essi prendono il loro pieno significato nel contesto di una vita totalmente dedicata a Dio, in comunione con Cristo. L’avverbio “totalmente” (totaliter), usato da San Tommaso d’Aquino per specificare il valore essenziale della vita religiosa, è quanto mai espressivo! “La religione è la virtù per la quale si offre qualche cosa per il culto e il servizio di Dio. Perciò si dicono religiosi per antonomasia coloro che si consacrano totalmente al divino servizio, offrendosi a Dio come in olocausto” (San Tommaso, Summa theologiae, II-II, q. 186, a. 1). E un concetto attinto dalla tradizione dei Padri, segnatamente da San Girolamo (cf. San Girolamo, Epist. 125, ad Rusticum); e da San Gregorio Magno (cf. San Gregorio Magno, Super Ezechielem., hom. 20). Il Concilio Vaticano II, che cita San Tommaso d’Aquino, ne fa propria la dottrina e parla della “consacrazione a Dio”, intima e perfetta, che come sviluppo della consacrazione battesimale avviene nello stato religioso mediante i vincoli dei consigli evangelici.
Benedetto XVI, udienza generale 14 novembre 2007
Certo, per penetrare sempre più profondamente la Parola di Dio è necessaria un’applicazione costante e progressiva. Così Girolamo raccomandava al sacerdote Nepoziano: «Leggi con molta frequenza le divine Scritture; anzi, che il Libro Santo non sia mai deposto dalle tue mani. Impara qui quello che tu devi insegnare» (Ep. 52,7). Alla matrona romana Leta dava questi consigli per l’educazione cristiana della figlia: «Assicurati che essa studi ogni giorno qualche passo della Scrittura ... Alla preghiera faccia seguire la lettura, e alla lettura la preghiera ... Che invece dei gioielli e dei vestiti di seta, essa ami i Libri divini» (Ep. 107,9.12). Con la meditazione e la scienza delle Scritture si «mantiene l’equilibrio dell’anima» (Commento alla Lettera agli Efesini, prol.). Solo un profondo spirito di preghiera e l’aiuto dello Spirito Santo possono introdurci alla comprensione della Bibbia: «Nell’interpretazione della Sacra Scrittura noi abbiamo sempre bisogno del soccorso dello Spirito Santo».
Pio XII, discorso in onore di Papa Pio X, 3 giugno 1951
Quanto a Noi, che eravamo allora agli inizi del Nostro sacerdozio, già al servizio della Santa Sede, non potremo mai dimenticare la intensa Nostra commozione, quando, nel meriggio di quel 4 agosto 1903, dalla Loggia della Basilica Vaticana la voce del Cardinale Primo Diacono annunziò alla moltitudine che quel Conclave — così notevole per tanti aspetti! — aveva portato la sua scelta sul Patriarca di Venezia, Giuseppe Sarto.
Fu allora pronunziato per la prima volta al cospetto del mondo il nome di Pio X. Che cosa doveva significare questo nome per il Papato, per la Chiesa, per l'umanità? Mentre oggi, dopo quasi mezzo secolo, Noi ripassiamo in spirito il succedersi dei gravi e complessi avvenimenti che lo hanno riempito, la Nostra fronte s'inchina e le Nostre ginocchia si piegano in ammirata adorazione dei consigli divini, il cui mistero lentamente si svela ai poveri occhi umani, man mano che si compie nel corso della storia.