Ep. 302 - Papale papale - "Giustificazione"
Francesco, udienza generale 29 settembre 2021
Cos’è, la giustificazione? Noi, da peccatori, siamo diventati giusti. Chi ci ha fatto giusti? Questo processo di cambiamento è la giustificazione. Noi, davanti a Dio, siamo giusti. È vero, abbiamo i nostri peccati personali, ma alla base siamo giusti. Questa è la giustificazione. Si è tanto discusso su questo argomento, per trovare l’interpretazione più coerente con il pensiero dell’Apostolo e, come spesso accade, si è giunti anche a contrapporre le posizioni. Nella Lettera ai Galati, come pure in quella ai Romani, Paolo insiste sul fatto che la giustificazione viene dalla fede in Cristo. “Ma, io sono giusto perché compio tutti i comandamenti!”. Sì, ma da lì non ti viene la giustificazione, ti viene prima: qualcuno ti ha giustificato, qualcuno ti ha fatto giusto davanti a Dio. “Sì, ma sono peccatore!”. Sì sei giusto, ma peccatore, ma alla base sei giusto. Chi ti ha fatto giusto? Gesù Cristo. Questa è la giustificazione.
Benedetto XVI, udienza generale 19 novembre 2008
Vogliamo ora soffermarci su un tema che sta al centro delle controversie del secolo della Riforma: la questione della giustificazione. Come diventa giusto l’uomo agli occhi di Dio? Quando Paolo incontrò il Risorto sulla strada di Damasco era un uomo realizzato: irreprensibile quanto alla giustizia derivante dalla Legge (cfr Fil 3,6), superava molti suoi coetanei nell’osservanza delle prescrizioni mosaiche ed era zelante nel sostenere le tradizioni dei padri (cfr Gal 1,14). L’illuminazione di Damasco gli cambiò radicalmente l'esistenza: cominciò a considerare tutti i meriti, acquisiti in una carriera religiosa integerrima, come “spazzatura” di fronte alla sublimità della conoscenza di Gesù Cristo (cfr Fil 3,8). La Lettera ai Filippesi ci offre una toccante testimonianza del passaggio di Paolo da una giustizia fondata sulla Legge e acquisita con l'osservanza delle opere prescritte, ad una giustizia basata sulla fede in Cristo: egli aveva compreso che quanto fino ad allora gli era parso un guadagno in realtà di fronte a Dio era una perdita e aveva deciso perciò di scommettere tutta la sua esistenza su Gesù Cristo (cfr Fil 3,7).
Giovanni Paolo II, udienza generale 7 gennaio 1981
La contrapposizione "corpo-Spirito", vita "secondo la carne", vita "secondo lo Spirito", permea profondamente tutta la dottrina paolina sulla giustificazione. L’Apostolo delle Genti, con eccezionale forza di convinzione, proclama che la giustificazione dell’uomo si compie in Cristo e per Cristo. L’uomo consegue la giustificazione nella "fede che opera per mezzo della carità" (Gal 5,6), e non solo mediante l’osservanza delle singole prescrizioni della Legge anticotestamentaria (in particolare, della circoncisione). La giustificazione viene quindi "dallo Spirito" (di Dio) e non "dalla carne". Egli esorta, perciò, i destinatari della sua lettera a liberarsi dalla erronea concezione "carnale" della giustificazione, per seguire quella vera, cioè, quella "spirituale", in questo senso li esorta a ritenersi liberi dalla Legge, e ancor più ad esser liberi della libertà, per la quale Cristo "ci ha liberati".
Paolo VI, udienza generale 17 aprile 1974
La nostra vita spirituale e morale dovrebbe modellarsi misticamente e moralmente con quella di Cristo: con Lui dobbiamo essere in certo modo crocifissi (Cfr. Rom. 6, 6; Gal. 2, 20); con Lui morti (2 Tim. 2, 11); con Lui con sepolti (Col. 2, 12), per rivestirci di Cristo (Gal. 3, 27), ed essere poi con Lui viventi e conrisuscitati (Eph. 2, 5; Col. 2, 13), e coeritieri e conglorificati (Rom. 8, 17).
Fissiamo ora il nostro pensiero sul punto focale di questa dottrina fondamentale per ogni cristiano, e cioè sul contatto, sull’unione, sulla comunione di vita che il battesimo, per virtù della passione, della morte e della risurrezione di Cristo, opera in noi. È il mistero della giustificazione e della santificazione ideato dall’amore di Dio per la nostra salvezza.