Cerca

2024.08.03 Papale Papale RELAZIONE

Ep. 334 - Papale papale - "Relazione"

Benedetto XVI, udienza generale 6 febbraio 2013

L’essere umano è relazione: io sono me stesso solo nel tu e attraverso il tu, nella relazione dell’amore con il Tu di Dio e il tu degli altri.  Ebbene, il peccato è turbare o distruggere la relazione con Dio, questa la sua essenza: distruggere la relazione con Dio, la relazione fondamentale, mettersi al posto di Dio. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che con il primo peccato l’uomo “ha fatto la scelta di se stesso contro Dio, contro le esigenze della propria condizione creaturale e conseguentemente contro il proprio bene” (n. 398). Turbata la relazione fondamentale, sono compromessi o distrutti anche gli altri poli della relazione, il peccato rovina le relazioni, così rovina tutto, perché noi siamo relazione. Ora, se la struttura relazionale dell’umanità è turbata fin dall’inizio, ogni uomo entra in un mondo segnato da questo turbamento delle relazioni, entra in un mondo turbato dal peccato, da cui viene segnato personalmente; il peccato iniziale intacca e ferisce la natura umana (cfr Catechismo della Chiesa Cattolica, 404-406). E l’uomo da solo, uno solo non può uscire da questa situazione, non può redimersi da solo; solamente il Creatore stesso può ripristinare le giuste relazioni. 

Francesco. Discorso al Corpo della Guardia Svizzera Pontificia 6 maggio 2024

In effetti, la relazione è l’esperienza-chiave per noi cristiani: Gesù ci ha rivelato e testimoniato che Dio è amore, è in Sé stesso relazione, e in questo mistero troviamo la meta e il compimento della nostra esistenza. Le buone relazioni sono la strada maestra per la nostra crescita e maturazione umana e cristiana. Gran parte di ciò che caratterizza la nostra personalità lo abbiamo appreso attraverso le relazioni con i genitori, i fratelli e le sorelle, i compagni di scuola, gli insegnanti, gli amici, i colleghi di lavoro, e così via.

Paolo VI, Angelus 5 giugno 1977

L’ala della preghiera, con la logica della liturgia, ci porta alla sommità della nostra fede e della nostra pietà; e noi, quasi vincendo lo splendore abbagliante della suprema rivelazione, osiamo pronunciare il nome di Lui, Iddio nostro, uno nell’Essenza, trino nelle Persone, Padre e Figlio e Spirito Santo, nel cui nome noi siamo stati battezzati, e in una ineffabile relazione associati alla Vita divina.

Grande verità, grande mistero. È la nostra fede, è la nostra luce, è la nostra fortuna! «Beati i vostri occhi perché vedono, e i vostri orecchi perché sentono - ha detto Cristo Maestro -; in verità vi dico che molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate e non lo udirono».

Giovanni Paolo II, udienza generale 23 aprile 1986

L’uomo, chiamato a “soggiogare la terra” - si badi: a “soggiogarla”, non a devastarla, perché la creazione è un dono di Dio e come tale merita rispetto -, l’uomo è immagine di Dio non soltanto come “maschio e femmina, ma anche in ragione della relazione reciproca dei due sessi”. Questa relazione reciproca costituisce l’anima della “comunione di persone” che si instaura nel matrimonio e presenta una certa similitudine con l’unione delle Tre Persone divine.

A questo proposito il Concilio Vaticano II ci dice: “Dio non creò l’uomo lasciandolo solo; fin da principio "uomo e donna li creò" e la loro unione costituisce la prima forma di comunione di persone. L’uomo, infatti, per sua intima natura è un essere sociale, e senza i rapporti con gli altri non può vivere né esplicare le sue doti”.

La creazione comporta così per l’uomo sia il rapporto con il mondo, sia quello con l’altro essere umano (il rapporto uomo-donna), come pure con gli altri suoi simili.

22 novembre 2024