Ep. 308 - Papale papale - "Servizio"
Francesco, Angelus 19 settembre 2021
Oggi la parola “servizio” appare un po’ sbiadita, logorata dall’uso. Ma nel Vangelo ha un significato preciso e concreto. Servire non è un’espressione di cortesia: è fare come Gesù, il quale, riassumendo in poche parole la sua vita, ha detto di essere venuto «non per farsi servire, ma per servire» (Mc 10,45). Così ha detto il Signore. Dunque, se vogliamo seguire Gesù, dobbiamo percorrere la via che Lui stesso ha tracciato, la via del servizio. La nostra fedeltà al Signore dipende dalla nostra disponibilità a servire. E questo, lo sappiamo, costa, perché “sa di croce”. Ma, mentre crescono la cura e la disponibilità verso gli altri, diventiamo più liberi dentro, più simili a Gesù. Più serviamo, più avvertiamo la presenza di Dio. Soprattutto quando serviamo chi non ha da restituirci, i poveri, abbracciandone le difficoltà e i bisogni con la tenera compassione: e lì scopriamo di essere a nostra volta amati e abbracciati da Dio.
Paolo VI, Angelus 13 maggio 1973
Cristo chiama, Cristo ha bisogno (non per sua impotenza, ma per un suo stupendo disegno comunicativo), ha bisogno di qualcuno che lo segua, che lo aiuti, che lo rappresenti, che distribuisca la sua parola e la sua grazia, che con Lui riviva per il nostro mondo, il mistero della sua redenzione; . . . chi vuol venire? chi viene? Voce nel deserto la nostra? chi ascolta oggi questa nostra parola? (Cfr. Io. 12, 38) Tutti sono tentati di sottrarsi all’invito importuno ed eccezionale. Ma no. Innanzitutto ricordiamo, come il Concilio ha ben ammonito, che ciascuno di noi deve concepire la propria vita come una certa vocazione al regno di Dio, al servizio dei fratelli, al dono di sé, al dovere di un trascendente amore
Giovanni Paolo I, discorso al clero 7 settembre 1978
I sacerdoti, in un certo grado, sono tutti guide e pastori, ma hanno poi tutti la giusta idea di quello che comporta veramente essere pastore di una Chiesa particolare, ossia Vescovo? Gesù, pastore supremo, di sé, da una parte, ha detto: « Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra »(3), dall'altra ha soggiunto: « Son venuto per servire »(4) ed ha lavato i piedi ai suoi Apostoli. In lui andavano dunque insieme potere e servizio. Qualcosa di simile va detto degli Apostoli e dei Vescovi. « Praesumus - diceva Agostino - si prosumus »(5); noi Vescovi presiediamo, se serviamo: è giusta la nostra presidenza se si risolve in servizio o si svolge a scopo di servizio, con spirito e stile di servizio. Questo servizio episcopale, però, verrebbe a mancare, se il Vescovo non volesse esercitare i poteri ricevuti. Diceva ancora Agostino: « il Vescovo, che non serve il pubblico (predicando, guidando), è soltanto foeneus custos, uno spaventapasseri messo nei vigneti, perché gli uccelli non becchino le uve». Per questo è scritto nella « Lumen Gentium »: « I Vescovi governano... con il consiglio, la persuasione, l'esempio, ma anche con l'autorità e la sacra potestà.
Benedetto XVI, Regina Caeli 29 aprile 2007
Il Concilio Ecumenico Vaticano II, per presentare il mistero della Chiesa nel nostro tempo, ha privilegiato la categoria della "comunione". In questa prospettiva assume grande rilievo la ricca varietà di doni e di ministeri nel Popolo di Dio. Tutti i battezzati sono chiamati a contribuire all'opera della salvezza. Nella Chiesa ci sono però alcune vocazioni specialmente dedicate al servizio della comunione. Primo responsabile della comunione cattolica è il Papa, Successore di Pietro e Vescovo di Roma; con lui custodi e maestri di unità sono i Vescovi, successori degli Apostoli, coadiuvati dai presbiteri. Ma al servizio della comunione sono anche le persone consacrate e tutti i fedeli.