Ep. 358 - Papale papale - "Fiducia"
Giovanni XXIII, radiomessaggio natalizio 22 dicembre 1960
San Matteo, il primo degli Evangelisti, ci racconta di Gesù che nel vespero di una giornata faticosa si raccolse solo sul monte a pregare. La barca dei suoi, rimasta sul lago, era agitata dai venti, e a notte Gesù discese leggero sulle onde, e ad alta voce disse: — Abbiate fiducia, e non temete poiché sono io. — Signore, se sei tu, disse Pietro, fa che io possa arrivare a te sulle acque. — E Gesù gli disse: Vieni. E Pietro, sceso dalla barca, si volle accostare al Divino Maestro. Ma per la violenza del vento prese paura, e, cominciando a sommergersi, gridò: Signore, salvami! — Gesù gli stese subito la mano, lo afferrò e gli disse: Uomo di poca fede, perchè hai dubitato: modicae fidei, quare dubitasti? — E quando furono tutti riuniti sulla barca, il vento cessò
Paolo VI, Angelus 18 giugno 1978
Tempi forti noi viviamo a giudicare dalle vicende della vita pubblica, che presenta problemi nuovi e gravi nello svolgimento all’apparenza normale delle sue vicende, ma molte di esse segnate dai sintomi della instabilità e dalla incertezza. Ma così è la vita presente. Vi è chi si adatta senza reagire, badando ai propri interessi particolari. Noi cristiani, invece?
Noi non dobbiamo perdere il senso del tempo, e cioè conservare nella successione degli avvenimenti, dapprima, la fiducia; la fiducia nella simultanea assistenza dell’azione provvida e buona della Provvidenza, che vigila sulle nostre cose, e sa trarre da ogni situazione conseguenze propizie al nostro bene superiore.
Avere cioè un ottimismo galleggiante sulle onde, spesso tempestose della nostra immediata e anche non lieta esperienza. «Dio, ammonisce S. Paolo, non permetterà che siamo tribolati oltre le nostre possibilità» (1 Cor. 10, 13).
Giovanni Paolo II, visita pastorale a Terni incontro con sacerdoti e religiosi 19 marzo 1981
Amatissimi sacerdoti e religiosi, vorrei dirvi tante altre cose e vorrei ascoltare da ciascuno di voi le ansie più personali, ma non mi è consentito di prolungare troppo questo incontro. Termino col rinnovare la mia grande fiducia in voi, e con l’esortarvi a porre fiducia in Colui che “conta il numero delle stelle e chiama ciascuna per nome” (Sal 147,4), e che ha pronunciato il vostro nome chiamandovi fin dal seno materno (cf. Is 49,1). La nostra fiducia si fonda radicalmente in questo “amore preferenziale e consacratorio di Dio”, che non abbandona anzitutto coloro che, chiamati a partecipare al sacerdozio del Figlio suo, si rivolgono a Lui con confidenza. Proprio per questo, san Paolo ci ricorda che in tutte le tribolazioni “noi siamo più che vincitori, per virtù di Colui che ci ha amati” (Rm 8,37). Concludo con l’esortazione dell’autore dell’Epistola agli Ebrei: “Non abbandonate la vostra fiducia, alla quale è riservata una grande ricompensa. Avete solo bisogno di costanza, perché dopo aver fatto la volontà di Dio possiate raggiungere la promessa”.
Francesco, Angelus 19 novembre 2023
Fratelli e sorelle, questo è il bivio che abbiamo davanti a Dio: paura o fiducia. O tu hai paura davanti a Dio o tu hai fiducia nel Signore. E noi, come i protagonisti della parabola,– tutti noi – abbiamo ricevuto dei talenti, tutti, ben più preziosi del denaro. Ma molto di come li investiamo dipende dalla fiducia nei confronti del Signore, che ci libera il cuore, ci fa essere attivi e creativi nel bene. Non dimenticare questo: la fiducia libera, sempre, la paura paralizza. Ricordiamo: la paura paralizza, la fiducia libera. Questo vale anche nell’educazione dei figli. E chiediamoci: credo che Dio è Padre e mi affida dei doni perché si fida di me? E io, confido in Lui al punto di mettermi in gioco senza scoraggiarmi, anche quando i risultati non sono certi né scontati? So dire ogni giorno nella preghiera: “Signore, io confido in te, dammi la forza di andare avanti; mi fido di te, delle cose che tu mi hai dato; fammi sapere come portarle avanti”. Infine, anche come Chiesa: coltiviamo nei nostri ambienti un clima di fiducia, di stima reciproca, che ci aiuti ad andare avanti insieme, che sblocchi le persone e stimoli in tutti la creatività dell’amore? Pensiamoci.