Ep. 344 - Papale papale - "Suore"
Paolo VI, Angelus 22 giugno 1969
Voi sapete: abbiamo, in questa mattina di sole, canonizzato, ammessa all’onore e al culto della santità, una donna, una vergine, madre nello spirito di innumerevoli altre vergini, perché fondatrice d’un istituto molto fiorente, le Suore di Nostra Signora di Namur, tutte consacrate all’unico e sommo amore del regno di Dio e tutte dedite al servizio del prossimo più povero e bisognoso, ad un umile, gratuito, perpetuo, affettuoso servizio, quello della istruzione popolare della gioventù femminile, e poi di altre opere di carattere sociale.
Bisogna rendere omaggio a questo fenomeno evangelico, caratteristico nella Chiesa di Dio, un fenomeno che si estende alle tante e tante famiglie religiose, le quali raccolgono ancora schiere numerose di donne, privilegiate soltanto nell’amore sconfinato a Cristo e nel sacrificio totale di sé; donne che tutto danno in silenzio, nome, gioventù, bellezza, ogni sogno, ogni diritto, solo contente di pregare e di servire.
Giovanni Paolo II, visita pastorale in Puglia, discorso alle Suore redentoriste di clausura 24 maggio 1987
Sono nascoste, come il cuore e nascosto nell’organismo umano, non si vede ma tutto dipende dal suo funzionamento; quando non funziona più il cuore muore l’organismo.
Così voi siete nel cuore della Chiesa. Bisogna ricorrere a questo esempio per avere una esatta conoscenza della vostra importanza: quante cose dipendono da voi.
Molti ora penseranno: ma non sarà che il Papa conosceva già queste suore redentoriste che vede per la prima volta? Molti pensano così, ma esse sono nascoste! Anche tutti quelli che attaccano il Papa, non attaccano voi perché pensano che il Papa è molto forte e così pensano che il Papa è il nemico numero uno. Ma voi siete il “nemico” numero uno! non lo sanno! Grazie a Dio che non lo sanno! Ma lo sappiamo noi. Dovete allora costituire sempre quel cuore forte, sano che dà la vita a tutto l’organismo della Chiesa, della Chiesa locale e della Chiesa universale, perché la Chiesa è dovunque la stessa.
Francesco, Messa nella Festa della presentazione del Signore 1 febbraio 2020
Ma la vita consacrata, quando non ruota più attorno alla grazia di Dio, si ripiega sull’io. Perde slancio, si adagia, ristagna. E sappiamo che cosa succede: si reclamano i propri spazi e i propri diritti, ci si lascia trascinare da pettegolezzi e malignità, ci si sdegna per ogni piccola cosa che non va e si intonano le litanie del lamento – le lamentele, “padre lamentele”, “suor lamentele” -: sui fratelli, sulle sorelle, sulla comunità, sulla Chiesa, sulla società. Non si vede più il Signore in ogni cosa, ma solo il mondo con le sue dinamiche, e il cuore si rattrappisce. Così si diventa abitudinari e pragmatici, mentre dentro aumentano tristezza e sfiducia, che degenerano in rassegnazione. Ecco a che cosa porta lo sguardo mondano. La grande Teresa diceva alle sue suore: “Guai la suora che ripete ‘mi hanno fatto un’ingiustizia’, guai!”.
Benedetto XVI, visita alla Casa dono di Maria delle missionarie della Carità in Vaticano 4 gennaio 2008
Saluto la nuova Superiora che assume la responsabilità della Casa, con quello stile di docile disponibilità, tipico delle figlie spirituali di Madre Tersa di Calcutta. Quando nacque questa casa, la Beata Madre Teresa volle chiamarla “Dono di Maria”, quasi auspicando che qui si possa sperimentare sempre l’amore della Santa Vergine. Per chiunque venga a bussare alla porta, è infatti un dono di Maria sentirsi accolto dalle braccia amorevoli delle Suore e dei volontari. È ancora un dono di Maria la presenza di chi si ferma ad ascoltare le persone in difficoltà e a servirle con quella stessa attitudine che sospinse prontamente la Madre del Signore verso Santa Elisabetta. Che questo stile di amore evangelico suggelli e contraddistingua sempre la vostra vocazione perché, oltre all’aiuto materiale, possiate comunicare a quanti quotidianamente incontrate quella stessa passione per Cristo e quel luminoso “sorriso di Dio” che hanno animato l’esistenza di Madre Teresa.