Udienza generale del 23 dicembre 2020
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Nell’ antivigilia di Natale, il Papa nell’udienza generale offre alcune riflessioni “per celebrare con maggior consapevolezza” quello che per i cristiani è un avvenimento decisivo, “un fuoco perenne che Dio ha acceso nel mondo”, che non si può ridurre ad una festa solo sentimentale o consumistica.
Il Natale è la festa dell’Amore incarnato e nato per noi in Gesù Cristo. Egli è la luce degli uomini che splende nelle tenebre, che dà senso all’esistenza umana e alla storia intera.
In Gesù Dio si fa uomo per noi, spiega Papa Francesco, “è uno di noi”: una realtà che ci dona” tanta gioia e coraggio, per “rimuovere dai cuori” il pessimismo causato dalla pandemia”. Non facciamoci schiacciare dai fallimenti, ma pensiamo che “quel Bambino umile e povero, nascosto e inerme, è Dio stesso”. Meditiamo davanti al presepe, è l’invito, lasciando spazio allo stupore per il “modo meraviglioso” in cui Dio ha voluto venire al mondo. Così rinascerà in noi la tenerezza umana, che è vicina a quella di Dio.
E oggi abbiamo tanto bisogno di tenerezza, tanto bisogno di carezze umane, davanti a tante miserie! Se la pandemia ci ha costretto a stare più distanti, Gesù, nel presepe, ci mostra la via della tenerezza per essere vicini, per essere umani. Seguiamo questa strada. Buon Natale!